In baracca ci è nata, nel 1923, in via Palermo, tra gli sfollati del terremoto del 1908. Ci ha trascorso da figlia gli anni del fascismo e della guerra. E quando le bombe hanno seminato macerie lei si è spostata in un’altra baracca in via 3B a Giostra. Nel frattempo si è sposata, ha avuto figli e nipoti e pronipoti, fino a spegnere 99 candeline in baracca.
Ma quest’anno no, le 100 candeline nonna Micia le ha spente in un appartamento, là dove grazie alla legge sul risanamento e ad ArisMe si è trasferita con alcuni componenti della sua famiglia. Una casa vera, grande, dignitosa, in via Fata Morgana, un bell’appartamento che la scrittrice messinese Giovanna Giordano ha donato al Comune e ad ArisMe. Adesso Domenica Pimpo, per tutti nonna Micia, con due figli e 9 nipoti e anche i pronipoti, può festeggiare i 100 anni lontano da una baracca. Peccato che frattanto è trascorso un secolo. Da qualche mese la nonnina non cammina più e non si alza dal letto, ma le candeline le ha spente con gioia circondata non solo dalla sua famiglia ma anche da chi le è stato vicino in queste ultime fasi, come il subcommissario per il risanamento Marcello Scurria che ha preso a cuore, da presidente ArisMe nel febbraio 2022 la sua storia, l’assessora alle politiche sociali Alessandra Calafiore, i presidenti di ArisMe e Messina Social City Vincenzo La Cava e Valeria Asquini. L’assessore Calafiore ha anche consegnato, a nome della città, una targa all’anziana donna che per la verità, quando un anno fa ha varcato la soglia della nuova casa, non ci voleva entrare. L’aveva scambiata per una casa di riposo. Dopo un secolo trascorso in baracca era quella l’unica realtà che conosceva. Un appartamento gli è sembrato “estraneo”. E sono queste le ferite di una città che non si possono curare. E’ questo l’amaro che resta in bocca. Le promesse della legge del ’90 mai diventati fatti e i miliardi persi nei meandri dei Palazzi lasciano queste ferite, lo sguardo incredulo di una donna che quando varca la soglia di una casa vera non riesce a crederci.