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le sentenze

Messina, caso medici EP: il giudice dà ragione a Policlinico ed Università

sabato 18 Marzo 2023

Due sentenze, entrambe emesse dal giudice del Tribunale del lavoro Roberta Rando, che respingono sei ricorsi presentati da medici Ep del Policlinico Universitario di Messina, mettono un punto fermo su una vicenda che è finita anche all’attenzione della Commissione Ars sanità e della Regione (qui).

Il giudice, nel respingere i sei ricorsi, considera non soltanto legittime le revoche, disposta dai vertici del Policlinico nel 2022), degli incarichi di direzione delle Unità complesse ai medici EP (elevata professionalità), ma aggiunge che i provvedimenti hanno anche evitato un possibile danno erariale. E’ il quadro normativo dal 2001 in poi, quando i medici, assunti dall’Università con categoria EP, sono stati stabilizzati al Policlinico, ad impedire di fatto la possibilità che, al di là dell’equiparazione retributiva possa essere effettuata anche quella dirigenziale. Solo un intervento di tipo normativo (a livello nazionale o anche regionale) può aprire le porte ad una soluzione diversa.

I medici Ep si erano rivolti al Tribunale in seguito alle revoche, a metà del 2022, operate dai vertici del Policlinico, dei ruoli di dirigenti di unità semplici o complesse o dipartimentali, ruoli attribuiti agli interessati nel corso degli anni passati (qui). Allo stesso modo gli Ep contestavano l’impossibilità di poter accedere ai concorsi per incarichi dirigenziali in seguito a tali provvedimenti.

Da qui sono scaturiti i ricorsi e le proteste anche dei sindacati (Cgil e Anaao Assomed) e la vicenda è finita più volte anche all’attenzione della Commissione Ars sanità e dell’assessore regionale Giovanna Volo che su questo punto ha chiarito come sia necessario un intervento di tipo normativo. I sindacati invece chiedevano di seguire la strada di un’interpretazione del protocollo d’intesa tra Policlinico e Università che regola i rapporti tra le due istituzioni.

Nelle scorse settimane era stato lo stesso Rettore Salvatore Cuzzocrea a ribadire come le due questioni: quella economica e quella giuridica fossero separate. (qui) L’equiparazione sotto il profilo economico degli Ep non è mai stata messa in discussione, ma quella giuridica di medici stabilizzati come funzionari e poi divenuti dirigenti non è consentita con la normativa attualmente in vigore.

I ricorsi sono stati presentati da 6 medici ma la platea coinvolta dalla vicenda è di circa 150 professionisti.

Le due sentenze a questo punto, dando ragione all’azienda ospedaliera universitaria ed all’Ateneo, mettono in punto fermo. “Non può prescindersi dal dato formale della mancata attribuzione della qualifica di dirigente medico ospedaliero dei ricorrenti e non potendosi effettuare la perequazione di fatto della loro posizione dirigenziale, in quando impedito dal quadro normativo è dichiarata la legittimità degli atti di annullamento degli incarichi”.

L’attuale normativa infatti dispone espressamente che gli incarichi di direzione di struttura (sia semplice che complessa) devono essere affidati solo a personale inquadrato come dirigente. Gli Ep al momento dell’assunzione risultano funzionari medici e non dirigenti medici. Per il giudice del Tribunale del lavoro “non si può far leva sull’attribuzione dell’indennità perequativa né sullo svolgimento di fatto delle mansioni dirigenziali per ottenere l’equiparazione al personale del servizio sanitario”.

In sintesi l’errore è stato aver attribuito quegli incarichi negli anni passati (ed in alcuni casi anche per moltissimi anni). Le revoche degli incarichi dirigenziali operati nel 2022 dal commissario Bonaccorsi sono pertanto legittime.

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