La geografia dell’Aula di Palazzo Zanca non cambia. Il Tar ha respinto i ricorsi scaturiti dall’esito delle elezioni del 12 giugno e il sindaco Federico Basile mantiene la sua maggioranza, che comunque si è ampliata nei mesi successivi con due cambi di casacca.
I giudici amministrativi si sono espressi su tre ricorsi, due dei quali contestavano il premio di maggioranza ed un terzo il criterio d’assegnazione del seggio al “miglior perdente”, respingendoli tutti.
Nei fatti quindi, dopo le sentenze del Tar il consiglio comunale resta così com’è.
Andiamo per ordine. I due ricorsi che contestavano l’attribuzione del premio di maggioranza (scattato con il 40% a Federico Basile) erano stati presentati in estate dalla prima dei non eletti nella lista di Fratelli d’Italia (Mariapaola Campisi) e da Ora Sicilia. In gioco c’erano gli 8 seggi assegnati con il premio di maggioranza alle liste a sostegno di Basile che hanno superato il 5%.
La tesi dei legali autori del ricorso contesta il criterio utilizzato dall’Ufficio elettorale centrale per attribuire il premio al sindaco Basile, posizione peraltro già assunta in sede di operazioni di controllo dopo lo scrutinio. Proprio in quei giorni l’argomento fu al centro di discussioni e della presentazione di tesi contrapposte. L’assegnazione del premio di maggioranza è stata calcolata tenendo in considerazione tutte le liste che hanno superato la soglia del 5% e che pertanto hanno avuto consiglieri comunali eletti in Aula. I ricorrenti consideravano errata la determinazione di quel 40% ottenuto da Basile in base a quel criterio sostenendo che il quoziente avrebbe dovuto tenere in considerazione tutte le liste, comprese quelle che non hanno raggiunto la soglia. Il Tar ha rigettato la tesi sottolineando come risulterebbe incoerente escludere prima le liste che non hanno ottenuto il 5% dall’assegnazione dei seggi per poi riprenderle in considerazione nella fase di attribuzione del premio di maggioranza.
Allo stesso modo è stata rigettata la tesi sulla questione dei “voti validi”. Per il Tar il computo della percentuale del 40% per l’assegnazione del premio di maggioranza va effettuato non tenendo in considerazione i voti riportati dalle liste che non hanno superato lo sbarramento e quindi non hanno partecipato all’assegnazione dei seggi in consiglio comunale.
Salvo ricorsi al Cga gli 8 consiglieri della maggioranza di Basile restano quindi in Aula.
Il terzo ricorso era stato presentato dai legali dell’ex consigliere comunale del Pd Alessandro Russo, risultato primo dei non eletti nella lista De Domenico sindaco. In questo caso il quesito riguardava l’assegnazione del seggio al “miglior perdente” candidato sindaco Maurizio Croce, avvenuta “a monte” della ripartizione complessiva dei seggi. Secondo il ricorrente invece l’assegnazione del seggio al miglior perdente sarebbe dovuta avvenire successivamente, inserendolo quindi tra quelli attribuiti alla coalizione di riferimento (in questo caso il centrodestra) e non “sottraendolo” al computo complessivo. I giudici amministrativi hanno rigettato il ricorso evidenziando come l’obiettivo della legge è quello di “riconoscere l’onore delle armi al miglior perdente, fine che sarebbe frustrato se si decurtasse il seggio alla coalizione collegata”.
Non ha convinto il Tar neanche la tesi sulle conseguenze di eventuali dimissioni del miglior perdente che comporterebbe l’attribuzione dello scranno ad un componente di una lista di centrodestra. Maurizio Croce peraltro dopo aver partecipato alla seduta d’insediamento non ha più seguito alcun consiglio comunale ed ha presentato (solo dopo una serie di polemiche) una pec con la quale giustificava le assenze per motivi di lavoro che lo tengono impegnato tra Roma e Palermo.
Nelle scorse settimane il Tar ha in realtà applicato una diversa interpretazione per un ricorso che ha portato nel consiglio della Terza Municipalità il ricorrente computando quindi il seggio del miglior perdente “a valle” e non a monte.