Il risanamento non è fatto solo di case (già costruite o da costruire), ma di servizi, spazi verdi. E’ qualcosa che riguarda un’intera comunità che guarda avanti e fa squadra. Il risanamento non è abbattere baracche e metterci al loro posto casermoni ma è trasformare quartieri-ghetto in aree da vivere. La storia del Parco della Magnolia, simbolo del fallimento delle politiche di sbaraccamento in oltre mezzo secolo, è esemplare, ed il sopralluogo che c’è stato questa mattina è l’inizio di un nuovo percorso. Se appena insediato il sub commissario al risanamento Marcello Scurria ha dettato il cronoprogramma che dà priorità assoluta a quanti vivono in baracca e sono malati o in situazioni di profonda fragilità (qui), parallelamente c’è un percorso di risanamento delle aree. E il progetto per dare finalmente nuova vita all’area della secolare Magnolia e dell’ex villa De Gregorio (oggi rudere sotto vincolo della sovrintendenza) rientra in una visione che lascia al passato i casermoni.
Sopralluogo quindi di Scurria con i componenti della struttura commissariale insieme ai rappresentanti di Invitalia, all’ex presidente di ArisMe Alessia Giorgianni, il vice sindaco Salvatore Mondello, il presidente della Municipalità Raffaele Verso, Michele Trimboli di Messina Servizi Bene Comune. A loro si è aggiunto il segretario generale della Cisl Messina Antonino Alibrandi che sulle sorti dell’area si è battuto e ha organizzato un sit in di protesta ad inizio 2023 insieme a numerose associazioni pronte a rimboccarsi le maniche per dare nuova vita a quello che, con poco, può diventare uno spazio enorme a verde, attrezzato per famiglie e bambini. Un luogo di socialità a pochi metri da Giostra, nel cuore di un quartiere finito ai margini delle politiche urbanistiche e sociali.
Ma come ha chiarito il commissario Scurria in questo momento non è la collettività che deve rimboccarsi le maniche, ma le istituzioni che devono, in squadra, ripristinare le condizioni per la rinascita.
Già perché quell’albero secolare, che sta per diventare “bene monumentale”, dopo mezzo secolo di discussioni è ancora in mezzo alla sterpaglia, ai rifiuti, erbacce, ogni genere di sporcizia e degrado. Eppure lì, a poco meno di dieci passi, c’è un altro bene da tutelare, quel che resta della settecentesca villa De Gregorio distrutta dal terremoto del 1908 (vincolata dalla soprintendenza) e tutto intorno un’area verde che qualsiasi comune d’Italia avrebbe da decenni trasformato in polmone per la città. Ma dalle nostre parti i tempi diventano biblici.
Così, dopo le battaglie risalenti al finire degli anni ’80 primi anni ’90, quando già la situazione era drammatica, si arriva al 2012 con la consegna dei lavori all’Iacp per quasi due milioni di euro ed un progetto per creare il Parco. Erano gli anni in cui la legge ’90 del risanamento era diventato un facile alibi e soprattutto un serbatoio dal quale in tutta la Sicilia si poteva attingere perché tanto a Messina lo sbaraccamento era rimasto una parola.
Invece del Parco della Magnolia si era creato un “mostro” di costruzioni in amianto poi smantellate grazie ad un sequestro disposto dalla Procura.
L’amianto venne eliminato ma, undici anni dopo quel che resta con l’impresa andata via da tempo, è una piccola parte in mattoni (probabilmente destinata alla realizzazione dei bagni), e solo degrado, peraltro pericoloso perché accessibile da un’apertura all’interno del complesso adiacente. Se i bambini possono giocare a palla tra vetri e lattine di birra, è evidente che quel luogo è diventato pericoloso sotto tutti i punti di vista.
ArisMe era pronta ad “ereditare” dall’Iacp l’area e il progetto, in realtà sono arrivate solo le carte perché di quelle risorse non c’è nulla. Le somme residue erano circa 700 mila euro, ma a quanto pare non c’è più un euro.
Scurria non si è scomposto e si andrà avanti. E subito. Il sopralluogo con i tecnici di Messina servizi Bene Comune è servito anche a porre le basi intanto per la radicale pulizia dell’area prima di procedere con i passi successivi.
Il Ficus magnoloides che è finito “imbracato” tra sbarre di ferro e rifiuti è il secondo più grande in Italia, per non parlare dell’ex villa De Gregorio che è un pezzo di storia. Insomma, storia e natura una accanto all’altra eppure finite nel degrado. Paradossi delle nostre terre.
A gennaio è stato organizzato un sit in dal Comitato Civico “Messina la città dimenticata”; Cisl Messina; V Circoscrizione; Cittadinanzattiva A.T. Giostra/An.Tu.Do, Legambiente dei Peloritani, Kiwanis Antonello da Messina; LAM (Lega antidroga), Associazione Culturale Messenion d’Oro.
L’11 aprile del 2012 venivano consegnati i lavori e fa tristezza guardare quel che c’è a distanza di 11 anni, il 18 aprile del 2023 quando basterebbe davvero poco per realizzare quel riscatto a poche centinaia di metri dall’isolato 13 della via Palermo ma anche da tutte quelle zone nelle quali grazie ai soldi del risanamento le baracche sono state cancellate.
La volontà del commissario al risanamento e della struttura commissariale c’è, lo spirito di squadra anche, così come le risorse . Si partirà dal progetto del 2012 per restituire uno spazio alla città e un destino alle nostre radici. Nei giorni scorsi una nonnina che ha trascorso 99 anni tra una baracca e un’altra, ha spento 100 candeline in un appartamento vero (qui). La nonnina è un po’ come quella magnolia che ha lottato contro i tempi avversi e le lungaggini della burocrazia. E magari il prossimo aprile potremo vedere questo storico albero (libero dalle sbarre) svettare in un Parco degno di questo nome.