Venerdì scorso è stato aggredito da un aspirante avvocato che aveva poco prima bocciato all’esame orale di abilitazione alla professione (QUI). L’avvocato Antonio Lanfranchi, presidente della sottocommissione d’esami, è finito al Pronto soccorso per l’aggressione subita mentre il candidato è stato fermato. Il legale ha affidato ad un post su facebook una serie di riflessioni che riguardano non solo l’episodio in sè ma il mutare della società ed un crescente clima di odio e di “assuefazione alla violenza” che preoccupa e allarma. Ecco il post:
“Subire una brutale aggressione solo per aver fatto il proprio dovere, con il solo obiettivo di dare un po’ di dignità e serietà ad un esame che altrimenti non avrebbe ragion d’essere, ti porta a riflettere sull’imbarbarimento della nostra società, dove una sconfitta non costituisce il punto di partenza per rimettersi in gioco traendo insegnamento dagli errori compiuti, ma l’occasione per dare sfogo ai peggiori istinti. Non si è capaci di fare autocritica, addossando agli altri la responsabilità dei propri insuccessi, in un contesto in cui fin dai banchi di scuola i ragazzi vengono difesi ad oltranza dai loro genitori anche di fronte a meritati giudizi negativi. Stiamo alimentando una società di persone deboli, inadeguate nell’affrontare anche i più semplici ostacoli e, nello stesso tempo, stiamo sempre più diffondendo la cultura della violenza, dell’odio, dello scontro personale. Non sono solo le gravi ferite subite che mi addolorano, ma la deriva che interessa la nostra società e, in essa, la nostra professione. Mi addolorano i commenti, anche di qualche collega, che giudicando gli esami una farsa, quasi giustificano il gesto, biasimando chi si erge arbitrariamente a “professorone” . Non ritengo di potermi identificare in questa figura, avendo cercato sempre di svolgere il mio ruolo con modestia ed equilibrio e con grande rispetto per gli altri. Mi confortano, d’altra parte, gli attestati di solidarietà e di stima pervenutimi da tanti colleghi, magistrati, operatori di giustizia, ma anche persone comuni che credono ancora in determinati valori. Grazie per la Vostra affettuosa vicinanza”.