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Lo spettacolo

Messina, le “Mine vaganti” di Ozpetek esplodono anche al teatro: applausi al Vittorio Emanuele

lunedì 30 Gennaio 2023

Applausi a scena aperta e standing ovation finale hanno scandito al Teatro Vittorio Emanuele la replica numero 200 di “Mine vaganti”, adattamento teatrale di uno dei capolavori di Ferzan Ozpetek. Quel “Mine vaganti” che nel 2010 ottenne il favore del pubblico e conquistò  2 David di Donatello, 5 Nastro d’argento, 4 Globi d’oro e numerosi altri riconoscimenti, nella sua trasposizione teatrale mantiene intatta la forza dirompente del messaggio, l’ironia degli stili, la profondità senza la pesantezza dei contenuti.

Una storia corale, nella quale tutti i protagonisti in scena, sono stati bravissimi nell’interpretare le dinamiche di una famiglia alle prese con “l’esplosione” del coming out dei due rampolli di casa, figli di un imprenditore di provincia.

Una raffica di “mine vaganti” che infrange il muro dell’ipocrisia borghese e che, attraverso anche il coinvolgimento del pubblico in sala, bussa alla porta di ognuno di noi, alle nostre mediocrità e piccoli egoismi. E’ un inno all’amore e basta, quello che non giudica, quello che spesso è impossibile eppure inossidabile.

Non c’è solo la “mina vagante” di Antonio, che dichiara dopo 20 anni la sua omosessualità al padre e alla famiglia, anticipando (e non a caso) il fratello minore Tommaso. C’è anche la nonna, la prima mina vagante, il pilastro della famiglia, che con pagine di vera poesia attraversa il caos e vi pone ordine, riportando ogni cosa alla semplicità dell’essere sempre sé stessi, perché “se fai sempre quello che vogliono gli altri che senso ha la vita”.

Nel passaggio dal film al teatro c’è, come ha spiegato lo stesso regista Ferzan Ozpetek, qualche “sottrazione”, che però non ha intaccato né la storia (spostata dalla Puglia alla Campania) né l’ironia. C’è qualche sorpresa rispetto alla versione cinematografica ed un coinvolgimento del pubblico in sala che si trasforma, come in fondo siamo nella vita quotidiana, nella “piazza del paese”, quella delle dicerie, del gossip, della calunnia, ma anche quella delle risate e dove si può ritrovare il piacere dello stare insieme.

In scena vanno tutte le “diversità” di ognuno di noi, perché come dice la nonna “normalità, che brutta parola”….

Straordinario e amato dal pubblico Francesco Pannofino, nel ruolo di papà Vincenzo che scopre l’omosessualità del figlio (dapprima di uno solo) e si preoccupa più dell’immagine di fronte al paese che del suo cuore (e infatti ha un infarto). Perfetta nel ruolo di mamma Stefania è Iaia Forte, con un senso del ritmo scenico impeccabile. Divisi tra la determinazione di affermare sé stessi e la paura di deludere i sogni che i genitori hanno coltivato per loro sono Antonio (Carmine Recano) e Tommaso (Erik Tonelli), rivoluzionari loro malgrado e molto bravi nel rendere le dinamiche familiari sia tra i fratelli che nel rapporto con papà Vincenzo e mamma Stefania.

Resta nel cuore l’interpretazione intensa di Simona Marchini, la nonna, la “mina vagante” per eccellenza, che ha amato per tutta la vita il cognato Nicola con il quale ha costruito l’azienda e un amore tanto impossibile quanto eterno.

Ma in questo spettacolo davvero corale tutti gli attori sono stati protagonisti di una storia di famiglia. Da Sarah Falanga, la zia Luciana eccentrica e un po’ svampita, a Mimma Lovoi,  sorprendente (fino alla fine) e amorevole domestica Teresa, a Roberta Astuti, l’affascinante e dolorosamente vera Alba, segretamente innamorata di Tommaso, fino al compagno di quest’ultimo, Marco, interpretato da uno scultoreo Luca Pantini. Sono riusciti a ritagliarsi un doppio ruolo che strappa risate e applausi gli amici di Tommaso, gli attori Jacopo Sorbini e Francesco Maggio, ora in veste (e parrucca) delle pettegole di strada e ora da travolgenti drag queen.

Se il film “Mine vaganti” ha fatto incetta di premi, anche la sua versione teatrale, grazie al cast ed alla regia dello stesso Ozpetek, sta ottenendo il favore del pubblico, registrando sold out in ogni piazza. Oltre 10 anni dopo il film in fondo, quel caos scatenato dalle “Mine vaganti” è ancora di estrema attualità.

 

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