Cinquant’anni immersi nella storia, nella natura, nella tradizione e nella bellezza racchiusa all’interno dei confini dell’Italia, con centinaia e centinai di luoghi da proteggere, tutelare e valorizzare. Nel 2025 il Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano) festeggia uno dei suo traguardi più importanti e lo farà proprio nel corso del prossimo weekend con la trentatreesima edizione delle Giornate Fai di Primavera.
Anche la Sicilia sarà grande protagonista, come ogni anno, di questa iniziativa, con sessanta siti tutti da scoprire tra sabato 22 e domenica 23 marzo. Tre saranno a Messina, racchiudendo fascino e curiosità. Le visite coinvolgeranno circa 600 studenti, giovani apprendisti Ciceroni del Liceo Scientifico “G. Seguenza”, Liceo Classico “F. Maurolico”, IIS “Minutoli-Quasimodo”, IIS “Verona Trento”, Liceo Statale “E. Ainis”; IC “Cannizzaro – Galatti”; IC “G. Catalfamo”; IC “G. Martino”; IC “G. Mazzini”; IC ”G. Leopardi”, IC “E. Vittorini”, Liceo Classico “G. La Farina”, IIS “Antonello”; dell’IC “Pascoli Crispi”, IC “Paradiso” e IC “S. Francesco di Paola”; dell’ISS Caminiti – Trimarchi – Sede di Letojanni.
A Messina sarà possibile visitare la sede centrale dell’Università degli studi, istituzione dalla storia antica, nata nel 1548 per la volontà illuminata della classe politica e civile locale di avere un Ateneo cittadino importante, laico sul modello bolognese e all’avanguardia, il Faro di Capo Peloro e in provincia, invece, il Parco Letterario Salvatore Quasimodo.
La novità principale è certamente la collaborazione nata con l’Università di Messina, che permetterà una narrazione diversa e arricchita di tante novità. “C’è stata un’accelerazione su questa apertura grazie alla convenzione che abbiamo stipulato con l’Ateneo“. Ha dichiarato il capo delegazione Fai di Messina Nico Pandolfino, sottolineando come “il percorso di visita darà l’opportunità di scoprire il ricchissimo patrimonio custodito negli spazi dell’Ateneo, ma soprattutto sarà l’occasione per raccontare le complesse vicende storico-artistiche dell’Università. Una collaborazione che porterà ad esporre cose inedite come bolle papali, documenti unici, manoscritti e anche opere d’arte. Ci stiamo rendendo conto che la grande disponibilità dell’Università e l’orgoglio legato a questa apertura potrà farci avere sorprese fino all’ultimo secondo. Sarà una visita da fare perché i materiali che esposti sono interessanti e soprattutto visti per la prima volta“.
Il percorso di visita darà l’opportunità di scoprire il ricchissimo patrimonio custodito negli spazi dell’Ateneo Peloritano, ma soprattutto sarà l’occasione per raccontare le sue complesse vicende storico-artistiche, a partire dal portale dell’antico Collegio dei Padri Gesuiti, preziosa testimonianza architettonica capace di riannodare il filo tra Collegium Prototypum, Studium Generale e Studiorum Universitas perso nel tempo e sconosciuto a tanti; una storia non lineare, quella del nostro Ateneo, fatta di chiusure e riaperture continue, sintetizzata efficacemente da Giovanni Pascoli in un discorso agli studenti: “Questa Università fu dai maggiori vostri domandata, voluta, litigata, ridomandata, rivoluta, rivendicata, pagata e ripagata, protetta anche con la forza, quasi a furia di popolo, ostinatamente, violentemente; ed oggi, possiamo aggiungere, vittoriosamente“. Le visite saranno anche in inglese, srilankese, filippino, arabo e pulaar.
Le Giornate Fai di Primavera rappresentano anche l’inizio di un percorso di collaborazione tra il Fondo per l’Ambiente Italiano e l’Università di Messina. “Abbiamo stipulato questa convenzione che serve anche per approfondire il lavoro che facciamo. Per raccontare – ha spiegato Pandolfino – c’è bisogno di conoscere perché il nostro percorso è composto da una serie di materiali che passa dagli studenti, a cui poi si unisce anche la ricerca dei singoli docenti e che ovviamente portano ad acquisire quante più notizie possibili sulle aperture. Avere l’Università di Messina come partner ti porta ad avere un’attività di ricerca molto più arricciata. C’è sicuramente anche la voglia di promuovere altre attività congiunte, alle quali gli studenti potranno partecipare anche per accedere ai crediti formativi“.
Dopo il grande successo di pubblico ottenuto per le Giornate Fai d’Autunno riapre anche il Faro di Capo Peloro, grazie alla disponibilità dello Stato Maggiore della Difesa e di Mari Fari Sicilia. Una monumentale costruzione che rappresenta non solo un punto di riferimento fondamentale per la navigazione, ma anche un simbolo storico e culturale. La visita sarà su prenotazione. La visita sarà disponibile anche in inglese e in spagnolo.
In provincia invece, a Roccalumera, sarà aperto al pubblico il Parco Letterario Salvatore Quasimodo. Istituito nel 2000 dai fratelli Carlo e Sergio Mastroeni, con la collaborazione di Alessandro Quasimodo, custodisce una ricca collezione di cimeli e oggetti appartenuti al poeta e alla sua famiglia, tra i quali gli arredi originali del suo studio milanese, che offrono ai visitatori un’esperienza immersiva nella vita e nell’ambiente del Premio Nobel. “Un luogo – come racconta Pandolfino – che racchiude poesia e storia. Sono arrivate diverse donazioni, materiali storici, come lettere, telegrammi e l’agenda personale del poeta ricca di annotazioni e curiosità“.
Due, infine, gli eventi speciali previsti: “Messina tra visibile e invisibile”, il progetto per la costruzione della regia Università e il Collegio dei Gesuiti, a cura dell’architetto Francesca Passalacqua, professore associato dell’Università degli Studi Messina, e “La quadreria dell’Università di Messina “, a cura del professore Giampaolo Chillè, già professore a contratto dell’Università degli Studi Messina e cultore della materia.