Cronaca di una fine annunciata. Nonostante le rassicurazioni dell’impresa su tempistiche di consegna e tutele occupazionali, sul futuro del viadotto Ritiro arriva l’ennesima tegola. E la Uil l’aveva ampiamente annunciata nei giorni scorsi, nonostante le smentite della Toto Costruzioni che invece adesso ha avviato le procedure di licenziamento collettivo. Ancora una volta gli impegni presi (qui) e la tempistica sulla conclusione dei lavori sono smentiti dai fatti.

Oltre alle criticità occupazionali drammatiche per un territorio come quello di Messina ci sono le ombre che adesso calano pesantemente sulle sorti del viadotto Ritiro, dopo 10 anni dall’inizio del calvario. La Toto Costruzioni prova ancora una volta a gettare acqua sul fuoco sostenendo che l’avvio della procedura è un atto obbligatorio previsto dalla legge e che l’opera sarà ultimata entro i primi mesi del 2023 e che proprio per questo è stato avviato l’iter. Ma ad un’occhiata ai cantieri nonchè a quanto accaduto in un decennio i dubbi restano tutti.
“Il licenziamento di tutti i lavoratori impegnati nel cantiere del Viadotto Ritiro rischia di causare un’inaccettabile macelleria sociale e contestualmente il fermo sine die dei lavori di un’opera che rischia di trasformarsi in un’ennesima incompiuta con buona pace dei cittadini messinesi che attendono da troppi anni la fine del calvario legato ad una precarissima mobilità cittadina. L’atto della Toto é gravissimo e necessita un intervento immediato e concreto dei governi regionale e nazionale al fine scongiurare un disastro sociale dalle conseguenze inaudite. Pertanto, nel lanciare l’allarme siamo pronti ad una grande mobilitazione per una vertenza che investe i 52 lavoratori licenziati e l’intera popolazione di Messina che non vuole il blocco definitivo dei lavori presso il Viadotto Ritiro” hanno così concluso Ivan Tripodi e Pasquale De Vardo.