“Volevo confermare la mia disponibilità a partecipare a questa competizione e laddove ci saranno i voti a diventare presidente della Regione siciliana“. Così il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, che in conferenza stampa, a Palermo (per chi ancora non lo sapeva) ha lanciato la sua candidatura alla Presidenza della Regione siciliana per il centrosinistra.
Circa le motivazioni addotte da Micari, più che il programma di un candidato alla presidenza della Regione, sembra quello per una ricandidatura a Rettore dell’ateneo palermitano… “Lo faccio – ha detto – per i nostri giovani; è un impegno nei confronti della formazione. Questa è la fase due di un impegno già cominciato: da rettore ho fatto il ‘primus inter pares’, anche il presidente della Regione svolge il medesimo ruolo. La decisione di candidarmi è coerente con il mio percorso. Non possiamo disilludere i giovani, dobbiamo creare le condizioni e le opportunità perché possano crescere in questa terra. I primi contatti sono stati col sindaco di Palermo Leoluca Orlando e sarebbe stato incoerente non dare la disponibilità a questa candidatura“.
“Nel programma ci sarà forte attenzione a chi non ha lavoro, ai più deboli, forte attenzione a chi produce ed a creare le condizioni per attirare investimenti. Bisogna dare lavoro ai nostri giovani, consentire ai giovani di scegliere se restare o andare via e non costringerli ad andare via. Bisogna rivolgere l’attenzione all’impresa, a chi produce, in un’ottica rivolta agli aspetti della legalità e della trasparenza, perché questa è una regione dove alcune sfide sono state vinte, ma per quanto riguarda i comportamenti c’è ancora tanto lavoro da fare”.
In merito alle forti spaccature a sinistra che il suo nome sta suscitando, ha affermato che la sua sarebbe “la vera risposta e proposta che possiamo dare alle esigenze dei siciliani”. Cosa che potrebbe avvenire, dice “se il centrosinistra, nel rispetto dei valori che lo caratterizzano, trovi la forza di marciare insieme unitariamente. Questo se vogliamo lo possiamo chiamare appello: il ruolo che vorrei attribuirmi è quello di garante di quanto scritto nel programma“. Certo, difficile da spiegare e giustificare a forze come “Sinistra italiana” e Mdp che in questa pretesa “marcia unitaria” un ruolo di primo piano verrebbe svolto da Angelino Alfano.
Riguardo alla coabitazione fra la carica di rettore dell’ateneo palermitano e quella di candidato per il centrosinistra, non ha dubbi e afferma di non volersi dimettere se non, eventualmente, dopo essere diventato presidente della Regione. “Non c’è incompatibilità – dice – tra la carica di Rettore e quella di Presidente della Regione, il 6 novembre se le cose andassero bene mi dimetterei. La struttura e l’organizzazione del rettorato sono così ben strutturati che riusciremo a lavorare bene in questi mesi di campagna elettorale. Troveremo una soluzione con il supporto dei miei consulenti del settore giuridico”.
Una posizione, la sua, che può essere sintetizzata così: se Micari vince meglio per lui, altrimenti si tiene la poltrona di rettore. Mica male, professore…
Infine, non poteva mancare l’appello anti-grillino, che pare accomunare un po’ tutti coloro che decidono a turno di scendere in campo per candidarsi a governatore: “Vorrei proseguire il mio ruolo di trascinatore, come è avvenuto in questi anni all’università, nell’ambito di un campo largo, dove le diverse forze della sinistra e del centro sono chiamate a collaborare, perché solo con la sintesi di queste anime si può costruire un’alternativa alla destra e al Movimento 5 stelle“.