“L’importante è che si trovi un argine a questo populismo che è veramente dannoso. Il populismo ti fa divertire ma alla fine ti rovina. Abbiamo il dovere di fermarlo e creare un argine“. Gianfranco Micciché sempre più distante dalle posizioni di quella parte di centrodestra che vuole mantenere i rapporti con Matteo Salvini e determinato a mettere insieme la ‘cosa moderata‘.
Magari con il Pd, al quale il presidente dell’Ars ha lanciato in questi giorni parole di miele.
Già qualche settimana fa, a Cefalù, Micciché aveva lanciato segnali in tal senso. L’ultima uscita per ribadire il proprio niet alle sirene sovraniste si registrata al Teatro Savio di Palermo, dove dirigenti palermitani di Forza Italia del calibro di Giuseppe Milazzo e Giulio Tantillo hanno incontrato militanti, elettori e simpatizzanti per lo scambio di auguri di Natale.
E Micciché è intervenuto tirando fuori temi e argomenti che hanno marcato la distanza dal sovranismo in maniera netta: “Noi siciliani abbiamo nel Dna il gene dell’accoglienza e della generosità – ha detto il numero uno di Sala d’Ercole – Non possiamo eliminarlo. Siamo moderati. Se in Sicilia i residenti sono 5 milioni, altri 55 milioni sono sparsi nel mondo, siamo un popolo di emigrati. Noi siamo contrari al populismo, perché è sinonimo di razzismo e fascismo“.
“Essere salito sulla nave ‘Diciotti‘– aveva ricordato subito prima – mi ha cambiato la vita, soprattutto dal punto di vista umano. Non è possibile fare soffrire in questo modo tanti poveri disperati che scappano dai loro Paesi“.
Insomma, un’uscita dai connotati fortemente politici, quella di Micciché, nonostante l’evento, almeno formalmente, avesse un carattere più leggero. Ed è proprio quest’ultima circostanza che ha voluto rimarcare chi, come Gabriella Giammanco, portavoce di Forza Italia in Sicilia: “Che io sappia si è trattato di un evento non di partito – ha dichiarato la parlamentare azzurra -. Credo e mi auguro che si sia trattato di un appuntamento in vista del Natale. Gianfranco Micciché, da coordinatore e rappresentante dell’Ars deve mantenere un ruolo neutro, super partes, non credo che sia opportuno per lui essere legato a delle correnti. Il coordinatore regionale di un partito – precisa Giammanco- non può permettersi di avere una sua ‘corrente’, sarebbe in palese conflitto d’interessi“.
Insomma, qualcuno dalle parti di Forza Italia sembra storcere il naso per le fughe in avanti di Micciché.
E come se non bastasse, anche dal Pd c’è chi non gradisce le recenti aperture del presidente dell’Ars, come Teresa Piccione, recentemente ritiratasi dalla corsa per guidare i democratici nell’isola, che punta il dito anche contro il neosegretario dem siciliano Davide Faraone: “Gianfranco Micciché, parlando oggi da leader di Forza Italia in Sicilia, conferma e respinge allo stesso tempo la proposta di Davide Faraone a una convergenza tra il Partito democratico e i forzisti. È un’ulteriore conferma – continua Piccione – del progetto ‘moderatista’ del neosegretario Faraone, inconciliabile con la natura progressista del Pd. Impediremo che Faraone possa cambiare il dna del Pd“.