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l'appello

Migranti, maggiorenne “per sbaglio” nel CPR di Trapani. Apprendi: “Rispettare diritto internazionale”

lunedì 20 Marzo 2023
Ha dell’incredibile la storia di un minorenne tunisino trattenuto da oltre un mese e mezzo all’interno del Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Trapani. A portare alla luce la vicenda, è stato Pino Apprendi, dell’Osservatorio carceri Antigone: “Riceviamo la segnalazione, da parte degli avvocati Claudia Nicotra e Gianluca Ferrari che assistono il minore di origini tunisine, detenuto nel CPR di Trapani”.
Cpr Trapani
L’errore sarebbe nato, durante l’identificazione, “incidendo in modo sostanziale sui diritti del minore”, come scrive l’avvocato nel ricorso“.
LA RICOSTRUZIONE
Tutto inizia quando il ragazzo arriva in Italia, tra le coste di Pantelleria il 3 febbraio di quest’anno. Il giovane ha appena 16 anni e, secondo quanto ricostruito dall’avvocato nel ricorso per il riesame dell’assistito, sarebbe stato identificato con le errate generalità, nonostante avesse rilevato immediatamente la propria condizione di minorenne. “La minore età del ragazzo inoltre sarebbe facilmente riscontrabile dalla visione del certificato di nascita esibito, ancorché non legalizzato”, si legge.
Secondo il certificato di nascita il ragazzo sarebbe nato in Tunisia nel 2006 ma, durante le procedure di identificazione, l’anno sarebbe stato trascritto in maniera errata, diventando “2000”. Il ragazzo diventa così maggiorenne. con un’età superiore a quella dichiarata di sei anni.
In audizione, davanti la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Trapani, il sedicenne, con certificato di nascita attestante la propria condizione di minore non accompagnato alla mano, riesce ad accertare il suo reale status. Ma qui sarebbe sorto un ulteriore problema: l’audizione viene interrotta per nominare un tutore che si occupi di lui. La ricerca del tutore rimane in stallo e, ancora oggi, come raccontato dall’avvocato, dopo oltre un mese, è ferma nonostante sia anche arrivata la disponibilità di una zia, residente a Genova, di prendere in carico il nipote. Nel frattempo, il giovane tunisino risulta ancora trattenuto presso il Centro di Permanenza  per il Rimpatrio e non in un centro per minori non accompagnati, come gli spetterebbe di diritto.
Da qui l’appello di Apprendi alle autorità: “Auspichiamo – dice – un immediato intervento, da parte delle autorità competenti per ristabilire il rispetto del diritto internazionale del minore“.
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