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Migranti, Razza: “Serve un protocollo sanitario, intanto chiudere hotspot di Messina”

lunedì 10 Agosto 2020
Ruggero Razza

“Con l’ultima ordinanza del presidente Musumeci si avrà più sicurezza nei confronti dei cittadini, perché chi pensa a nuove tendopoli in Sicilia dove ospitare le quarantene, se poi non si riesce nemmeno a presidiare le caserme, deve pensare ad altro”.

Lo ha detto l’assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza al Policlinico di Messina a margine della presentazione del nuovo commissario del nosocomio Giampiero Bonaccorsi già direttore generale facente funzioni del Policlinico di Catania

“L’ordinanza di Musumeci – prosegue Razza – tiene conto dell’esigenza della sicurezza dei migranti stessi e dei cittadini, imponendo l’obbligo del tampone per ogni migrante e chiede al ministero dell’Interno un protocollo sanitario per la loro gestione. Quello che è successo a Messina, Caltanissetta ed Enna è figlio dell’assenza di un protocollo sanitario per la loro gestione sul fronte sanitario. Oggi chiediamo ai nostri concittadini di rispettare le regole, di indossare la mascherina, mantenere il distanziamento, se noi chiediamo questo a loro pensare poi che chi arrivai n Sicilia venga gestito in maniera non sicura non è pensabile”.

Sull’hotspot

L’hotspot di Messina va chiuso, il sindaco fa bene a dirlo anche se è in ritardo. Mesi fa già la Regione aveva individuato la mancanza della autorizzazione sanitarie e le ha trasmesse al ministero dell’Interno. So che sia il prefetto che il ministro sono d’accordo nel chiuderlo. Per me fondamentale è la condivisione della gestione sanitaria, ci sono stati ritardi da parte del governo nazionale una sottovalutazione dell’argomento, se si è arrivati al mese di agosto senza sapere come gestire dal punto di vista sanitario le aree di sbarco”.

“Spero che i migranti – ha aggiunto Razza – non arrivino a Messina, le navi di quarantena sono necessarie soprattutto per motivi di sbarco. E’ diversa la gestione dei migranti che sono già malati e devono essere curati e trattati sanitariamente rispetto ai migranti non positivi che devono solo fare una quarantena preventiva . Per me è incivile pensare che chi è malato ed è nel nostro territorio non debba avere le necessarie cure”.

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