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Morte di Sara, Papatheu: “Il Governo fermi questa dilagante scia di sangue”

sabato 29 Dicembre 2018

Non si arresta l’ondata di violenza e morte ai danni delle donne e l’ennesimo tragico episodio di femminicidio ha visto stavolta come vittima Sara Parisi, la 58enne giarrese uccisa ieri dall’ex marito che l’ha attesa fuori dalla sua abitazione sul corso delle Province ad Altarello. Sulla vicenda prende posizione la senatrice siciliana di Forza Italia, Urania Papatheu, da tempo impegnata in prima linea nella battaglia contro il femminicidio, che chiede al Governo “provvedimenti urgenti e concreti per fermare subito questa inquietante sequenza di barbarie”.

“Ancora una volta – afferma Papatheu – siamo costretti ad assistere all’ennesimo agghiacciante delitto di una donna uccisa in modo brutale dal proprio ex convivente. La drammatica fine di Sara, ove mai ve ne fosse bisogno, conferma che siamo di fronte ad una grave emergenza, comprovata dal dilagante ripetersi ormai quotidiano di efferati atti di violenza. Di fronte a questa escalation di sangue appare del tutto evidente il fallimento delle politiche dell’attuale Governo e l’inesistenza più assoluta di quella doverosa azione di contrasto che il nostro Paese dovrebbe invece attuare con urgenza e determinazione nei confronti di tale fenomeno”.

“Anche in questo caso – continua la senatrice – il “Governo del cambiamento” non ha cambiato nulla e, come per tutte le emergenze del Paese, il trend è rimasto lo stesso: la realtà dei fatti racconta impietosa che ogni giorno ci sono tante donne costrette a subire abusi fisici e psicologici, nella maggior parte dei casi tra le mura domestiche ad opera di partner, ex mariti o conviventi. Quante altre vittime innocenti come Sara dovranno ancora esserci? Il premier Conte e il Governo “Salvimaio” continuano a coniugare il verbo del “faremo”, “vedremo”, “modificheremo”, “introdurremo”, “aboliremo”, “continueremo”, “cambieremo”: una infinità di promesse da spergiuro. Intanto le donne continuano a morire e con loro due volte i figli che rimangono orfani e senza aiuto”. 

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