Multe che aumentano di pari passo con l’inflazione perché il Codice della Strada prevede l’aggiornamento biennale delle sanzioni amministrative.
L’adeguamento avverrà automaticamente dall’inizio del 2023 sulla base di un parametro dell’Istat, l’indice Foi dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Per il calcolo verrà utilizzato il dato di novembre, ma quello pubblicato a luglio scorso è molto vicino alla cifra tonda: +9,8%.
Se l’incremento si manterrà su questi livelli, un divieto di sosta passerebbe dagli attuali 42 a 46 euro, l’uso del cellulare alla guida da 165 a 181 euro, così come il superamento dei limiti di velocità tra 10 e 40 km/h, la stessa violazione della fascia tra 40 e 60 km/h salirebbe da 543 a 597 euro e un accesso abusivo alle zone a traffico limitato o il transito non autorizzato su una corsia riservata al trasporto pubblico da 83 a 91 euro (senza considerare altro tipo di spese).
L’appello
Il presidente dell’Asaps, Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale, Giordano Biserni lancia un appello alle forze politiche del impegnate in campagna elettorale a bloccare l’aumento biennale, per il 2023-24 delle sanzioni.
“Premesso che siamo, come sempre, per il rispetto del Codice della Strada e per la legalità, corre l’obbligo di ricordare come oggi, di fronte a una situazione economica veramente critica, post emergenza Covid, con una situazione terribile per gli aumenti di bollette e prezzi in generale, a causa del conflitto in Ucraina, si rischia che le multe rimangano grida manzoniane, perché questi aumenti esaspereranno gli automobilisti e non verranno mai pagate o solo in minima parte, come dimostrato dai cali di incassi del bilancio dello Stato e degli enti locali, in materia di riscossione volontaria. Si rischia il “default” stradale”.