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Il festival

“Musiche e parole per un’estate a Partanna”, la Fondazione Tusa e il Comune insieme per promuovere la cultura CLICCA PER IL VIDEO

mercoledì 19 Giugno 2024

L’area archeologica di Stretto Partanna, il Castello Grifeo e la Chiesa Madre – tre luoghi poco conosciuti ma di alto valore artistico e simbolico – ospiteranno la prima edizione del Festival “Musiche e parole per un’estate a Partanna”, presentato questa mattina a Palermo e realizzato dal Comune di Partanna e dalla Fondazione Sebastiano Tusa. Il filo conduttore è la musica nelle sue molteplici declinazioni: dai concerti fino agli spettacoli teatrali.

Valeria Patrizia Li Vigni RisoLa Rassegna musicale a Partanna – ne dà conferma la presidente della Fondazione Valeria Li Vigni Tusa – mira a valorizzare i suoi siti archeologici e in particolare l’Area archeologica di Stretto Partanna, sito preistorico di eccezionale interesse noto nel mondo. Il nostro obiettivo è di diffonderne la conoscenza tra diverse fasce di fruitori nel convincimento che soltanto dalla conoscenza si genera interesse, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale”.

La scelta artistica si colloca nel solco delle linee guida di Sebastiano Tusa – fatte proprie dalla Fondazione a lui intitolata – per promuovere la conoscenza del patrimonio culturale secondo un approccio multidisciplinare che ne consideri la complessità delle relazioni, con l’obiettivo di aprire nuove prospettive di promozione e di fruizione dei beni paesaggistici, archeologici e antropologici siciliani.

 

Il rapporto tra il Comune di Partanna e la Fondazione Sebastiano Tusa formalmente nasce il 6 aprile 2023 con la firma della convenzione di servizio che assegnava a quest’ ultima i locali dell’area archeologica di contrada Stretto per essere utilizzati per attività di ricerca e studio” – afferma il sindaco di Partanna, Francesco Li Vigni – . L’ attuale amministrazione, che si è insediata appena dopo la firma della convenzione aveva chiaro che il rapporto tra il Comune e Fondazione non poteva limitarsi alla ricerca e allo studio, ma doveva essere volano per una migliore e più efficace promozione del territorio partannese. I primi frutti di questa collaborazione sono stati una serie di eventi culturali che hanno fatto conoscere a un pubblico più vasto la particolare bellezza dell’area archeologica. Anche quest’anno replicheremo con un cartellone di eventi, aumentandone il numero, ma anche il livello culturale e mi preme affermare che questa collaborazione si traduce in una sinergia positiva, perché si muove sulla linea dell’amore che Sebastiano Tusa aveva sempre manifestato per il nostro comune e che ancora oggi viene perpetrato dalla Fondazione nella persona della Dottoressa Valeria Li Vigni a cui vanno i nostri ringraziamenti”.

La ricerca scientifica sul campo da parte della Fondazione e l’atto di indirizzo che l’Amministrazione dà al riguardo – ribadisce Roberto De Gennaro Crescenti, assessore alla Cultura del Comune di Partanna – è un’ulteriore conferma della sinergia che si consolida tra la Fondazione Tusa e il Comune. permettono la valorizzazione del luogo ed in particolar modo del Sito archeologico di Contrada Stretto, forte entità territoriale, offrendo così una proposta culturale molto varia. I progetti, che si intendono realizzare per dare maggiori stimoli alla nostra realtà, sono diversi e sono fiducioso che questo connubio li renderà attuabili”.

L’iniziativa nasce dunque per sviluppare la conoscenza di questi tre luoghi della città: il sito archeologico di Contrada Stretto, sede distaccata della Fondazione Sebastiano Tusa, il Castello e la Chiesa Madre del SS. Salvatore. Il primo, sostenuto fortemente e messo in luce dagli scavi di Sebastiano Tusa con importanti ritrovamenti archeologici; il secondo testimonia la storia sociale, politica e architettonica di Partanna dal medioevo ai nostri giorni e ospita il Museo di Preistoria dell’Alto Belice realizzato dallo stesso Sebastiano Tusa, che fa parte del Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria. Luoghi magici attraverso cui amplificare il valore artistico della musica, della poesia e dell’arte in generale.

Il Festival è realizzato con il sostegno dell’assessorato al Turismo della Regione Siciliana, in collaborazione con il Teatro Biondo, il Conservatorio di Palermo e le associazioni “Antonio Il Verso” e “Figli d’Arte Cuticchio”, col supporto del Centro Porsche Palermo e della casa vinicola Castellucci Miano.

Il programma si avvale della consulenza artistica di Daniele Ficola, consigliere della Fondazione, e si articola in sette manifestazioni, che coinvolgono artisti di tutte le età e di caratura nazionale e internazionale per presentare al pubblico un ventaglio di repertori che comprendono vari generi musicali, senza tralasciare anche l’azione emozionale prodotta dalla stretta interazione tra parole recitate e musica. Il Festival spazia dall’antica canzone siciliana a una rivisitazione contemporanea di celebri brani dei Beatles insieme ad altri tratti dal repertorio contemporaneo di canzoni di qualità; dalla ripresa del celebre “Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi”, a quattrocento anni dalla sua prima rappresentazione, a un’azione scenica recitata su temi sociali di grande rilevanza con musiche composte o scelte ad hoc. E ancora propone uno spettacolo con musica dal vivo, ideato e recitato da un “puparo” di eccezione e, infine, due eccellenti complessi giovanili che metteranno in luce quanto possa essere accattivante la musica attraverso l’ascolto dei loro repertori. Il risultato è un calendario fruibile da un pubblico numeroso, che mantiene comunque il tratto distintivo della qualità, anche per contribuire a rendere la città di Partanna un punto di riferimento dove recarsi piacevolmente d’estate per i visitatori provenienti da più parti dell’Isola e non solo.

Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21 e sono a ingresso libero. L’8 luglio, nel suggestivo sito di Contrada Stretto, il Festival si inaugura con un capolavoro della letteratura musicale “Il Combattimento di Tancredi e Clorinda”, considerato uno dei lavori più sperimentali di Claudio Monteverdi, anche per la rapida e contrastata sequenza drammaturgica. Composto nel 1624, il dramma riprende le vicende narrate nel canto XII della “Gerusalemme liberata”. Il cavaliere cristiano Tancredi, innamorato della guerriera musulmana Clorinda, è costretto dalla sorte a battersi in duello contro di lei e a ucciderla. In punto di morte Clorinda si converte e, battezzata, affronta con serenità il trapasso. A Partanna, il Combattimento si avvarrà di interpreti e di esecutori di riconosciuta esperienza nell’ambito della musica barocca. Andrà in scena abbinato al Cunto dell’Opera dei pupi sullo stesso argomento nell’interpretazione di Maurizio Maiorana. Furio Zanasi, considerato un riferimento nell’ambito di questo genere musicale, sarà Testo, Picci Ferrari sosterrà il ruolo di Clorinda e il giovane baritono Gaspare Provenzano quello di Tancredi.

L’Ensemble musicale è formato da musicisti esperti del Barocco che suonano su strumenti originali, direttore al cembalo un altro grande conoscitore di musica antica, il maestro Ignazio Maria Schifani. La rappresentazione è realizzata in collaborazione con l’Associazione per la musica antica Antonio Il Verso. L’11 luglio nel cortile del Castello Grifeo è in calendario Intorno a Beatles Songs e altre canzoni con musiche di Berio e nuovi arrangiamenti di canzoni del Novecento, con la voce solista di Daniela Spalletta, apprezzata performer jazz che spazia sia nell’ambito Pop sia in quello della musica classica. Fabio Correnti, riconosciuto compositore e direttore, dirigerà l’Ensemble di musica contemporanea.

Il 17 luglio la Chiesa madre intitolata al Santissimo Salvatore ospiterà il Coro di voci bianche del Conservatorio “A. Scarlatti” di Palermo diretto da Antonio Sottile, una formazione musicale molto apprezzata che, per l’occasione, sarà accompagnata da Antonino Fiorino al pianoforte con la presenza di un quartetto d’archi formato da giovani musicisti. Il Coro affronterà un repertorio composto da musiche di Bach, Marcello, Gluck, Mozart, Schubert, Rossini, Mascagni e Williams. Il 23 luglio il sito archeologico sarà la scena di Con le mie ali, alla ricerca di sé stessi per cambiare il mondo, spettacolo a cura di Gigi Borruso, prodotto dal Teatro Biondo e realizzato in collaborazione con il Comune di Palermo, con la partecipazione di Pamela Villoresi e di altri attori della Scuola dei “Mestieri dello spettacolo” del Biondo, musiche originali di Giuseppe Rapisarda. Lo spettacolo è frutto di un laboratorio condotto da Borruso dedicato alle difficili scelte dell’adolescenza, al coraggio di sovvertire le regole e di decidere del proprio destino. Il 29 luglio sempre al sito archeologico di Contrada Stretto è in programma il concerto dell’Orchestra a plettro del Conservatorio di Palermo, diretta da Emanuele Buzi, docente della cattedra di Mandolino. L’Orchestra è una formazione piuttosto inusuale ai nostri giorni (in tutta Italia se ne contano una ventina), ma diffusissima in tutto il territorio nazionale fino alla prima metà del ‘900, quando, al pari con le bande di paese, svolgeva un importante ruolo sociale e di diffusione musicale.

Il suo repertorio spazia dal barocco al contemporaneo con l’esecuzione di brani originali e di trascrizioni che permettono di sottolineare al meglio le potenzialità timbrico-espressive degli strumenti a pizzico. Il 3 agosto al Castello Grifeo Canzoni e Canti fra Sicilia antica Belle époque, programma ideato da Consuelo Giglio, che riunisce per la prima volta canti tratti dal celebre Corpus di musiche popolari siciliane di Alberto Favara (pubblicato postumo a cura del genero Ottavio Tiby e tuttora punto di riferimento per la ricerca sul canto popolare siciliano), canti armonizzati tratti dagli altrettanto noti Canti della terra e del mare di Sicilia (che lo stesso Favara pubblicò presso Ricordi a partire dal 1907, per fornire al pubblico arrangiamenti più facilmente eseguibili per voce e pianoforte, oltre che per finanziare la propria ricerca sul campo nei borghi e nelle campagne delle province di Trapani e Palermo) e canzoni tratte dal repertorio urbano del tutto dimenticato fiorito parallelamente a quella ricerca. L’esecuzione, con la partecipazione della pronipote degli stessi Favara e Tiby, alternerà quindi contesti differenti, spaziando dal canto tradizionale a voce sola al canto con accompagnamento ora di pianoforte ora di chitarre e mandolini, sino all’esecuzione esclusivamente strumentale per chitarra, mandolino e clarinetto basso. Il taglio narrativo si concentrerà sia sulle cronache che ci raccontano i percorsi dimenticati della canzone siciliana nella Belle époque.

La lettura si estenderà di volta in volta alla citazione degli ‘informatori’ sentiti soprattutto tra il 1898 e il 1905 a partire dalla Valle del Belice e alle informazioni fornite dallo stesso Favara sulla tipologia e il carattere dei canti, con riferimenti alla vita e al lavoro della Sicilia arcaica. Il 22 agosto, infine, il sito archeologico di Contrada stretto sarà la scena ideale per lo spettacolo conclusivo del Festival dedicato a L’ira di Achille dall’Iliade di Omero, in collaborazione con l’Associazione Figli d’Arte Cuticchio, adattamento scenico e regia del grande Mimmo Cuticchio, con Mimmo Cuticchio, Giacomo Cuticchio, Tania Giordano, Giuseppe Graffeo, musiche di Giacomo Cuticchio. L’ira di Achille è una messa in scena con i pupi pensata non per il piccolo boccascena ma per il grande palcoscenico. L’azione si svolge su tre piani scenici: gli uomini/pupi, i sacerdoti/pupari e gli dei/attori. Giacomo Cuticchio ha scritto appositamente la suite musicale per lo spettacolo, ideato, montato e diretto dal padre Mimmo. L’epica si fonde con il contemporaneo in una messa in scena che vede in azione nuovi pupi creati sulle figure dei greci e dei troiani, nel rispetto di quei canoni tradizionali che la Famiglia d’arte si tramanda di generazione in generazione. Analogamente, strumenti antichi e moderni vengono armonizzati nella colonna sonora che accompagna, in una progressione dialettica, i fatti rappresentati, seguendone i ritmi di improvvisazione tipici del teatro dei pupi. Paride, figlio di Priamo, re di Troia, rapisce Elena, moglie di Menelao, re di Sparta. I greci si riuniscono e decidono di dichiarare guerra ai troiani. Comandante in capo viene eletto Agamennone, re di Micene e fratello di Menelao. Tra i guerrieri ci sono i valorosi Ulisse, Aiace Oileo, Aiace Telamone, Antiloco, Diomede, Menelao, Nestore, Patroclo, Achille e l’indovino Calcante. Le navi greche approdano sui lidi di Troia, lungo tutta la costa. Il re Priamo riunisce i suoi numerosi figli e i suoi alleati e affida il comando della difesa della città al primo- genito Ettore. L’assedio di Troia dura nove anni. I greci, quantunque numerosi, non riescono ad avvicinarsi alle alte mura della città. Al decimo anno, Crise, sacerdote di Apollo, si presenta da Agamennone per riscattare la figlia Criseide, che era stata assegnata al re di Micene durante la spartizione di un bottino. Ma Agamennone rifiuta e lo allontana brutalmente. Il sacerdote Crise prega, dunque, il dio Apollo di punire l’arroganza dei greci e così Apollo scaglia le frecce della peste sul campo acheo: per 9 giorni muoiono armenti e uomini. Al decimo giorno, Achille chiede di riunire il consiglio.

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