Oggi in Aula a Palazzo dei Normanni arriva il ddl Rifiuti. Una norma, fiore all’occhiello del governo Musumeci che potrebbe rischiare di fare un buco nell’acqua. La riforma è la prima vera ‘bandiera’ del governatore in questi due anni di legislatura. Il ddl, complesso nel suo insieme, tocca numerosi punti in merito alla tematica, passando dalla differenziata alle discariche, dal criterio di prossimità degli impianti al piano regionale dei rifiuti, fino all’annosa questione legata al personale.
A questo si aggiunge che al momento la commissione Ambiente sta esaminando i vari emendamenti. 700 per l’esattezza. Una zavorra che rischia di appesantire i lavori d’Aula e che l’opposizione ha preannunciato di cercar di bloccare l’approvazione di questo disegno di legge. Lungo l’asse del Pd e del Movimento 5 stelle sfila anche il gruppo parlamentare di Sicilia Futura. Ma Musumeci per evitare ‘figuracce’ a Sala d’Ercole, qualora il disegno di legge non venisse approvato, da giorni tenta la mediazione con tutte le fazioni politiche presenti a Palazzo dei Normanni. Oggi alle 10 il governatore ha riunito i capi gruppo, appunto, per cercare di fare la quadra sul ‘benedetto’ ddl rifiuti.
Assente giustificato? Chiaramente l’opposizione. Ma anche da parte della maggioranza potrebbe esserci qualche franco tiratore o un battitore libero a cui sta stretta questa maggioranza.
Come il deputato dell’Udc, Vincenzo Figuccia. Proprio ieri il deputato regionale ha incontrato l’assessore all’Energia, Alberto Pierobon, per approfondire alcuni punti importanti della riforma dei rifiuti. Tra gli altri sono state rappresentate alcune preoccupazioni dei lavoratori sui possibili effetti della legge. Ma alla domanda: lei voterà a favore del ddl rifiuti? Figuccia è molto chiaro e ironico: “Ancora ami a biriri (ancora dobbiamo capire ndr)”.
Il governo Musumeci in due anni non aveva mai agito politicamente in questo modo, serrando i ranghi attorno ad un ddl che vale molto di più che di una semplice legge regionale. In questi giorni il governatore ha anche incontrato più volte il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. Voci di corridoi dei Palazzi sussurrano che il governatore abbia aperto alla possibilità di un possibile rimpasto ad inizio 2020 con la sostituzione di alcune pedine di Forza Italia. Ma tutto questo solo dopo l’approvazione del ddl rifiuti e del bilancio di previsione.