Il governo regionale ha presentato oggi nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans il dossier curato dalla commissione tecnica istituita il 4 dicembre scorso e formata da esperti nominati dal vicepresidente della Regione e assessore all’Economia Gaetano Armao.
Tra i componenti, docenti universitari ed esperti di economia tra cui Sebastiano Torcivia, Caterina Ventimiglia, Corrado Vergara, Ninni Sciacchitano, Sergio Amenta e altri tecnici della materia e superburocrati in pensione della Regione.
In apertura di conferenza stampa Musumeci ha presentato il nuovo Segretario di Palazzo d’Orleans Maria Mattarella su cui ha precisato che si tratta di una “scelta determinata dalle competenze professionali, dalla stima di cui gode all’interno della pubblica amministrazione e da quella regionale. A nome anche della Giunta desidero porgere il mio ringraziamento per un ruolo di responsabilità per cui serve competenza, lealtà e trasparenza, doti di cui dispone”. È stato presentato anche il nuovo portavoce di Palazzo d’Orleans Fabio De Pasquale.
Per Musumeci il dato è sconfortante: ci sono 5 miliardi e 900mila euro di disavanzo e indebitamento di oltre 8 miliardi di euro: “Rimangono ancora alcuni dati da accertare a partire dalle società partecipate su quale sia la perdita effettiva, molte delle quali costituiscono una vera e propria zavorra ed è mancata e manca ancora una ricognizione del patrimonio immobiliare di cui serve la rivalutazione che andava fatta entro la fine del 2017”.
Per l’assessore Armao sugli effetti finanziari “aspettiamo la decisione della Corte dei conti, sulla sterilizzazione delle anticipazioni di liquidità sul Bilancio”. Gli accordi con Roma stipulati dal vecchio governo saranno dunque rinegoziati dal governo di centrodestra siciliano.
Armao ha parlato inoltre per quest’anno di :” 255 milioni di euro in meno nelle entrate anche se 55 milioni potrebbero compensarsi con un prelievo unico in materia di giochi, ma è ancora da acccertare, mentre versiamo al sistema sanitario regionale un contributo enorme, senza contare i paradossi del contributo alla finanza pubblica su ex Province. Versiamo più soldi per pagar il proprio debito che non sugli investimenti”
Insomma per Armao: “è necessario un nuovo patto tra Regione e Stato, per una nuova resione dell’Autonomia”
Sul sistema di riscossione e sulle partecipare il gobverno sta predisponendo una serie di interventi
Con il semplice spostamento del domicilio fiscale di Unicredit, la Regione ha perso nel 2017, dalle ritenute sugli interessi dei redditi da capitale, le tasse sui conti correnti dei siciliani, 26 milioni di euro, 120 milioni di euro dall’imposta di bollo, 30 milioni in meno dall’imposta di registro, 42 milioni che mancano dalle accise sull’energia elettrica. Questo al netto della crisi fisiologica in tempi di crisi di Ires e Irap. Tutte voci che si riferiscono a meccanismi che adesso la Regione non riesce più a controllare e per il cui recupero dovrà attrezzarsi, voce per voce.
Né vanno dimenticate le anomalie sull’accoglimento del sistema di armonizzazione contabile da parte della Sicilia. La parte delle norme attuative dello Statuto, infatti, non è applicata. Ma soprattutto queste norme devono essere approvate nella commissione paritetica dello Stato. Passaggio che non è stato espletato per il sistema di armonizzazione contabile.
Secondo la Corte dei conti: «La disciplina dei rapporti finanziari tra lo Stato e le regioni a Statuto speciale è stata decostituzionalizzata, poiché gli Statuti stabiliscono che le norme in materia possono essere modificate mediante una legge ordinaria i rapporti Stato–Regione non possono essere modificati con legge ordinaria», in questo caso, la finanziaria dello Stato.