Berrete e mangerete, riceverete maglioni fuori misura e fascia colli che implementeranno la collezione non usata del cassetto nell’armadio, accorderete qualche desiderio, vi farete le foto con gli anziani genitori delle quali apprezzerete il valore quando dovrete fare i conti con la loro assenza e aspetterete la mezzanotte e sarà Natale anche quest’anno.
Non aspettatevi malgrado tutti gli appelli e gli auspici di essere più buoni dal giorno dopo, il Natale non ha questi poteri, ma di contro possiede il potere della tregua, di quelle tregue che fermano le ostilità almeno per un giorno, poiché dal giorno dopo torneranno le incomprensioni, le liti, le cattiverie, perché il problema non è quello che ci sono pochi “giorni di Natale” in un anno, ma che l’egoismo ed il Natale viaggiano su binari diversi.
Avete notato come tutte le notifiche e le comunicazioni di cose brutte si concentrano a ridosso delle festività?
Dicono che esistono gli elfi che preparano i regali, ma è sicuro che esistono tante persone avide che oltre a rovinare la propria vita, rovinano quella del prossimo, però tutti troviamo il momento di desiderare una tregua come quella famosa raccontata in una lettere alla mamma da un ufficiale inglese e definita come il “miracolo di Natale “ alle 10.00 di quella mattina nella quale soldati tedeschi e inglesi sul fronte scavalcarono il filo spinato delle loro trincee e si vennero incontro per stringersi la mano, farsi gli auguri e trascorrere una giornata insieme, a cantare canzoni natalizie, giocare a pallone, recitare insieme la santa la messa. Era la grande guerra ed era la vigilia di natale del 1914, la guerra riprese lasciando sul suolo tantissime vittime.
Ma come dicevamo fu una tregua e come tutte le tregue dimostrano che i grandi gesti possono essere fatti, ci si può fermare per trattare, ma l’importante è ciò che accadrà da quel momento alla prossima tregua.
Io non credo alla sfortuna, non posso crederci, devo prendere atto di contro che esista la fortuna perché mi consta di gente che collezionano atteggiamenti statisticamente incredibili fortunati, certo a volte mi chiedo anche perché i gatti neri aspettano dopo che io gli abbia attraversato la strada, ma ho un convincimento che mi porta per esperienza a pensare che le cose negative accadono, i problemi si sommano, la differenza la fa il nostro atteggiamento che concede l’aggravante a tutto.
E non posso non rammentare quanto mi disse il mio amico Virgilio (omonimo) citando Confucio: “Se hai un problema sei sicuro che il problema non sia tu?”
Ne sono oggi quanto mai più convinto, è la nostra positività che fa la differenza (e non in termini di virus …. anche, ma quella è un’altra storia), se ci autoconvinciamo di non potercela fare ogni qualvolta abbiamo una avversità sulla nostra strada è matematico che quel problema resterà insoluto.
Pertanto io punto su Santo Stefano perché è tradizione che io faccia una cattiveria a Natale così per 364 giorni rimanenti all’anno, io sia da sempre un bimbo buono (scherzavo ovviamente, sul bimbo buono).
Cosa voglio dire, già il mondo è quello che è, già che di problemi ne abbiamo non dico dalla mattina appena ci alziamo, ma dalla sera precedente quando mettiamo la testa sul cuscino per addormentarci e allora, perché aggravare il tutto con un atteggiamento “lupicuvio” per noi e per il prossimo?
Intanto, facciamo anche noi la stessa tregua quest’anno “mascherata”, posiamo il green-pass all’ingresso sempre che non si decidano di imporlo anche per tornare a casa a mangiare (ma anche in quel caso lo faremmo – come Pino La Lavatrice – “tu mi dici quello che devo fare e io lo faccio”), godiamoci il Natale e poi riprendiamo, serenamente e con spirito positivo, indossando anche noi quell’espressione serafica di bimbo che ha appena fatto la cacca, che indossa il ns. Zio Mario.
Auguri di Buon Natale a Voi e alle Vostre Famiglie.
Un abbraccio, Epruno.