E’ morta annegata la bambina di 2 anni, figlia di guineani, dopo il naufragio di ieri pomeriggio davanti a Capo Ponente a Lampedusa. A constatarlo, durante l’ispezione cadaverica effettuata nella camera mortuaria del cimitero di cala Pisana, è stato il medico Francesco D’Arca, responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa.
Quando la piccola è stata recuperata, dai militari della Guardia costiera, sugli scogli della costa a Nord della maggiore delle isole Pelagie, era in braccio alla mamma, ma era già esanime, annegata. “Già al momento del recupero non dava segni di vita e sono stati fatti, mi è stato riferito, diversi tentativi per rianimarla – ha spiegato D’Arca che è tornato stamattina sull’isola – . Al Poliambulatorio erano stati portati più naufraghi, non soltanto i due salvati dai pescatori di Lampedusa”.
“Erano tutti in ipotermia – ha spiegato D’Arca –, ma tutti hanno recuperato nel giro di poco tempo e sono stati dimessi e portati all’hotspot”. Il naufragio, secondo quanto è stato ricostruito dalle indagini che sono tutt’ora in corso, dovrebbe essersi verificato poco prima delle ore 17 di ieri e non alle ore 14 come ipotizzato in prima battuta.
IL NUFRAGIO
I racconti sono confusi e contrastanti. Alcuni dei naufraghi, sentiti dalla polizia con l’ausilio dei mediatori culturali, hanno raccontato d’essersi spaventati vedendo gli scogli a poca distanza temendo di finirvi contro. Altri, pochi per la verità, hanno invece detto d’essersi alzati in piedi, contenti di vedere finalmente terra. Ci sono stati momenti di confusione e di ressa, in cui tutti si sono ammassati e questo ha fatto perdere di stabilità al barchino di metallo che si è ribaltato. Tutti i migranti – originari di Costa d’Avorio, Burkina Faso, Guinea Bissau, Guinea Konakry e Mali – sono finiti in acqua.
A conferma del fatto che vi sia stato una sorta di ressa sul barchino, per gli investigatori c’è anche un dettaglio: la bambina di 2 anni morta aveva una manina priva di due falangi. Una prova del fatto che la piccola sarenne rimasta schiacciata. I naufraghi torneranno ad essere ascoltati anche nelle prossime ore perché i racconti, anche sugli 8 dispersi fra cui due bambini, sono contraddittori. Le ricerche vanno ancora avanti in mare aperto, ma fino ad ora non c’è nessuna certezza.