Dopo l’ennesima tragedia del mare, si è svolta la dolorosa distribuzione delle salme delle vittime del naufragio avvenuto a largo di Lampedusa. La Prefettura di Agrigento, grazie alla disponibilità dei sindaci agrigentini, ha deciso la tumulazione dei corpi: la neonata di 11 mesi, il padre e un’altra persona a Canicattì, tre adulti a Palma di Montechiaro, due a Grotte, uno a Castrofilippo e un altro a Joppolo Giancaxio.
“Voglio che la mia bimba e mio marito possano essere seppelliti nello stesso posto in cui sarò tumulata io”. È la richiesta fatta dalla giovane somala che ha perso la figlioletta di 11 mesi e il consorte. La donna, assistita da psicologi e Croce rossa, si trova ancora all’hotspot di Lampedusa e dovrebbe essere trasferita forse già in serata o domattina. Ha riconosciuto i cadaveri nella tarda serata di giovedì, guardando le foto delle 23 vittime mostrate dalla polizia: fino a quel momento aveva sperato che almeno il marito fosse vivo, magari tratto in salvo e non ancora registrato a Lampedusa.
Intanto, proseguono sull’isola i trasferimenti dei cadaveri e dei superstiti dei naufragi, molti dei quali in condizioni di forte vulnerabilità. A Porto Empedocle sono sbarcati i 259 migranti trasferiti da Lampedusa con il traghetto di linea Las Palmas: tra loro non ci sono superstiti del doppio naufragio. Uomini, donne e bambini che vengono inquadrati grazie alle procedure operative standard del vademecum vulnerabilità predisposto dal Viminale. Agrigento è stata la prima Prefettura in Italia a redigere linee guida specifiche, aprendo la strada a una presa in carico più corretta delle persone fragili nel sistema di protezione e accoglienza.
Fra i 259 migranti, destinati all’hub di Catania o ai centri per minori non accompagnati della Sicilia, ci sono molte donne originarie di Guinea ed Egitto in gravidanza, chi di pochi mesi e chi già al quinto o sesto. Una ventina di loro sono sopravvissuti a gravi forme di violenza, comprese mutilazioni genitali. C’è un uomo sordo, un altro con un grave deficit visivo, chi convive con paresi al volto o soffre di epilessia.
A Canicattì, intanto, sono arrivate tre bare, tra cui quelle del padre e della figlioletta somali. È attraverso i rappresentanti di un’associazione che la giovane donna ha espresso al sindaco Vincenzo Corbo la volontà di poter avere vicino a sé i propri cari. “Per il momento non procederemo alla tumulazione che era prevista per lunedì mattina – ha spiegato Corbo –. Aspetteremo un po’, per capire dove andrà a vivere la signora che ha espresso la volontà di avere vicino a sé figlioletta e marito”.
Il sindaco, visibilmente commosso, ha ricordato la disponibilità storica della città: “C’è sempre stata la nostra disponibilità. Canicattì ha dato, fino ad ora, sepoltura ad almeno 130-140 migranti. Dobbiamo essere solidali, perdono la vita per trovare un po’ di pace, per inseguire lavoro e futuro. Tocca il cuore tutto questo. Spesso non ci si pensa. Una mamma che si mette in mare, su una barchetta fatiscente, con la figlioletta di appena 11 mesi: è questa la disperazione!”.
Lo stesso sentimento è stato espresso da Stefano Castellino, sindaco di Palma di Montechiaro, che ha accolto tre salme nel cimitero comunale: “Questa città, che ha saputo rispondere con dignità e umanità a decine di queste tragedie, non farà mancare la propria accoglienza. Non si tratta solo di un rito civile, ma di un gesto di umanità che parla al cuore dell’Italia e dell’Europa. Il Mediterraneo deve tornare a essere mare di vita, non di morte: basta vite spezzate che urlano dolore. L’Occidente non può depauperare il continente africano e lasciare morire nella disperazione assoluta uomini, donne e bambini”.
Il sindaco ha infine ribadito il proprio sostegno politico: “Totale sostegno al governo Meloni per l’impegno concreto nel voler regolamentare il fenomeno migratorio e per la visione strategica del piano Mattei, volto a sostenere lo sviluppo dell’Africa e a rimuovere le cause profonde di queste migrazioni disperate. Solo con azioni concrete e con una visione globale potremo sperare di prevenire altre tragedie e costruire un futuro di pace e dignità per tutti”.