In occasione delle operazioni di soccorso alla nave affondata davanti alla Libia, provocando la morte di 30 dei 47 migranti a bordo, la centrale della Guardia costiera ha assunto il coordinamento anche se questo sarebbe stato compito delle autorità maltesi.
“Capita spessissimo” che Malta non lo assuma quando gli competerebbe, ha sottolineato Gianluca D’Agostino, capo della centrale operativa della Guardia costiera, intervistato questa sera a Quarta Repubblica, su Rete 4, sottolineando che l’Italia, con la sua Guardia costiera, ” è considerata il centro nevralgico del Mediterraneo”.
Tornando sulle dinamiche del naufragio, D’Agostino ha spiegato che “da un punto di vista tecnico si può entrare nell’area sar libica, che sono acque internazionali, ma da un punto di vista normativo, una volta che giunge la richiesta d’emergenza è l’autorità competente che deve operare, in questo caso la Libia.”
Sulla possibilità che potesse intervenire la Guardia costiera italiana, D’Agostino ha sottolineato che “le nostre unità sar non potevano arrivare lì perché non avevano l’autonomia” per arrivare sul posto e tornare indietro. Mentre “le nostre navi che potenzialmente potevano arrivare in 24 ore erano entrambe impiegate nel soccorso nello Jonio”.
Intanto, Sono arrivati nel porto di Pozzallo i 17 migranti sopravvissuti al naufragio avvenuto ieri davanti alle coste libiche in cui risulterebbero disperse altre 30 persone. I naufraghi, tutti originari del Bangledesh, sono stati trasbordati sulle motovedette della Guardia Costiera dal mercantile “Froland”, che li aveva soccorsi.
In banchina è già stata predisposta la macchina dell’accoglienza con il personale dell’Asp e della Croce Rossa e il medico dell’Usmaf e con le forze dell’ordine. I migranti, una volta sbarcati, saranno trasferiti nell’hotspot di Pozzallo.