Per il forte vento di scirocco che da stanotte soffia nel mare Mediterraneo stamattina sono state sospese le ricerche a mare di eventuali migranti dispersi nello sbarco di venerdì notte a Marinella di Selinunte (TP).
Per il mare agitato i mezzi di Guardia costiera e vigili del fuoco non potranno perlustrare la zona di mare dove l’imbarcazione si sarebbe inclinata.
Le ricerche continueranno a terra lungo l’arenile tra la foce del fiume Belìce e Porto Palo di Menfi, con l’intervento dei vigili del fuoco e del nucleo dei sommozzatori di Palermo.
Tre minorenni, che hanno detto di far parte del gruppo sbarcato venerdì notte sulla spiaggia di Marinella di Selinunte, si sono presentati spontaneamente stamattina in un centro d’accoglienza nel centro di Castelvetrano. I tre hanno raccontato agli operatori della struttura di aver vagato per due giorni dopo aver raggiunto la spiaggia e stamattina si sono presentati chiedendo di mangiare e di essere accolti.
Gli operatori della struttura hanno chiamato i carabinieri che hanno trasferito i tre ragazzi nel centro di contrada Milo a Trapani per l’avvio dell’iter di identificazione.
La testimonianza di uno dei migranti sopravvissuti
Dopo il naufragio a Selinunte in Sicilia, il giovane Abdel (nome di fantasia) ha parlato delle privazioni patite prima dell’incidente che ha coinvolto il barcone partito dalla Tunisia giovedì scorso e naufragato venerdì notte. “Abbiamo pagato 9 mila dinari per questa traversata e abbiamo navigato per tre giorni, il mare ci faceva paura. Poi, giunti vicino la costa, la barca si è inclinata su un fianco e ci hanno detto di scendere. Così ci siamo buttati in acqua, chi sapeva nuotare ha raggiunto la costa, altri non ce l’hanno fatta”: così inizia il racconto di Abdel (nome di fantasia), che dice di avere 16 anni ed è uno dei 13 migranti sopravvissuti allo sbarco di venerdì scorso sulla costa tra Marinella di Selinunte e Porto Palo di Menfi e fermati a Castelvetrano.
Altri 23 sono stati fermati a Menfi e trasferiti alla tendostruttura di Porto Empedocle. Cinque corpi sono stati ritrovati nei giorni seguenti sulla spiaggia. “A bordo eravamo 60, non abbiamo dormito per due notti” .Da sabato Abdel, insieme ad altri sei migranti che si trovavano a bordo della barca, è ospite del centro di prima accoglienza di Castelvetrano gestito dalla Croce Rossa.
Passeggia fuori il centro con altri due amici, anche loro sedicenni, di ritorno dal supermercato: “Ho comprato un pacchetto di caramelle”, dice accennando un sorriso. “A bordo eravamo 60, non abbiamo mangiato né bevuto, nessuno ci ha picchiato. Non abbiamo dormito per due notti”, aggiunge, continuando: “Quando siamo arrivati sulla spiaggia ci siamo incamminati e in mezzo al buio mi sono accorto che con noi c’erano anche due donne”. Abdel, come gli altri migranti fermati, è stato già sentito dalla polizia. Ora sarà ospite al centro di Castelvetrano per alcuni giorni prima di essere trasferito in una comunità per minori.