Non tutti gli assessori erano d’accordo per anticipare le amministrative siciliane al 14 e al 15 maggio, così il presidente della Regione Renato Schifani sarebbe stato costretto a fare marcia indietro. Questo sarebbe il risultato del vertice di giunta di ieri. Dunque, oltre 100 comuni dell’Isola andranno al voto il 28 e il 29 maggio (per eventuale ballottaggio), come stabilito qualche settimana fa dalla delibera dell’assessorato alle Autonomie locali, guidato dal parlamentare DC Andrea Messina. Mancando l’unanimità, niente election day nazionale.
Una presa di posizione – probabilmente degli assessori catanesi – che il governatore ha dovuto accettare per non creare attriti in maggioranza, considerato che i partiti di centrodestra non hanno ancora fatto squadra sull’individuazione del candidato sindaco della città etnea, anche se già si ipotizza qualche nome, e in circolo c’è quello dell’ex assessore alla Salute, l’avvocato Ruggero Razza, in quota Fratelli d’Italia. Proprio ieri, sono giunti i risultati di Keix “Data for Knowledge” – il sondaggio per ilSicilia.it (https://ilsicilia.it/amministrative-catania-sondaggio-clamoroso-fdi-al-189-traina-centrodestra-con-razza-bianco-in-testa/)- che descrive lo scenario della competizione elettorale catanese. I numeri rilevano che il partito di Giorgia Meloni traina la coalizione di centrodestra esprimendo poco meno del 55% dell’intenzione di voto, con Razza tra i nomi papabili. Ma la quadra non è ancora chiara.
In itinere la questione del terzo mandato ai sindaci dei Comuni fino ai 15.000 abitanti. Il ddl è passato in commissione Affari istituzionali, ma corre voce che non ci sarà prosecuzione in aula. “Un fatto già tramontato”. I segretari dell’Ars avrebbero sollevato grossi problemi di incostituzionalità della norma, quindi difficilmente l’Ars potrà approvare la proposta “contra legem”.