“Non posso dire faremo il Ponte sullo Stretto, non ci sono i presupposti. Dobbiamo prima realizzare l’alta velocità di rete in tutta la Calabria e poi in Sicilia, ma dobbiamo porci il problema di questo collegamento. Ci sono miracoli di ingegneria, ne abbiamo realizzato uno a Genova. È un ponte bellissimo. Sullo Stretto, dobbiamo pensare a un miracolo di ingegneria. Una struttura ecosostenibile, leggera, che tuteli l’ambiente, anche sottomarina“. Queste le parole del premier Giuseppe Conte da Ceglie Messapica all’evento La Piazza.
E non si sono fatte attendere le reazioni dalla politica.
“Abbiamo avuto una proposta di un gruppo di ingegneri che ci ha sottoposto questa ipotesi del tunnel sottomarino al posto del ponte sullo Stretto di Messina. Presenteremo la nostra proposta in sede di Recovery Fund per completare il collegamento tra Messina e Reggio Calabria”. Così a Verona il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Paola De Micheli, che è intervenuta sul tema a margine della firma dei protocolli d’intesa per realizzare l’Alta Velocità Verona-Vicenza.
“Stiamo facendo tutte le analisi tecniche del caso – ha aggiunto De Micheli – perché quella è un’area sismica, un’area vulcanica. Quindi, come il Presidente Conte sa, abbiamo avviato le analisi, perché noi teniamo in grande considerazione la progettualità spontanea, soprattutto se si tratta di un’opera tanto discussa negli ultimi 20 anni e di cui s’è detto di tutto. Perciò – ha quindi annunciato – presenteremo la nostra proposta. Intanto finanziamo l’alta velocità in tutta la Sicilia“.
Diversa la chiave di lettura di Stefano Pedica del Pd: “Fa bene il premier Conte a ricordare che al momento ci sono ben altre priorità prima del ponte sullo stretto di Messina. Vanno potenziate le linee ferroviarie locali che sono ferme dal dopoguerra – sottolinea – bisogna costruire un’Alta velocità vera, vanno costruiti depuratori e resi stabili i palazzi con un piano antisismico nazionale. Inoltre, prima di pensare ad altri ponti mettiamo in sicurezza gli attuali. L’Anas ancora non risponde alle mie interrogazioni sulla sicurezza di alcuni viadotti e gallerie. L’Italia deve diventare un vero cantiere di sviluppo e ripartire con i fatti”.
A criticare la posizione del Governo Conte, anche alcuni tecnici.
“Bastava che Conte o Cancelleri o tutti coloro che hanno parlato di un sistema sottomarino avessero avuto l’umiltà di verificare quello che è stato fatto nel tempo per decidere il ponte o le alternative. E avrebbero scoperto che le varie proposte”, compresa quella di un tunnel sottomarino, furono già oggetto di “grandi approfondimenti” negli anni 1998-2000. L’ingegner Ercole Incalza, ex dirigente del Ministero delle infrastrutture e trasporti, commenta così all’ANSA l’idea di un tunnel sottomarino per lo Stretto di Messina, ricordando che l’idea del tunnel interrato o del ponte di Archimede (tunnel a mezz’acqua) sono state entrambe già archiviate da tempo.
“Il progetto definitivo del ponte c’è, è pronto e può partire entro sei mesi. Perché non farlo? Eviterei di trovare scuse per non farlo”, osserva Incalza.
Per quanto riguarda nello specifico l’ipotesi di un tunnel interrato, Incalza spiega che il “tema ingegneristico non è l’elemento determinante, ma il vero problema è la sicurezza, oltre all’effetto urbano che avrebbe sul territorio un tubo che attraversa senza generare un legame urbano”. “Non possiamo dimenticare quello che abbiamo, una storia lunga anni di progetti”, arrivati fino all’ok dell’Ue, ricorda Incalza, che al governo suggerisce “un atto di umiltà, guardando a tutto quello che è stato fatto prima”. E comunque, chiosa Incalza, se si dovesse procedere con questa soluzione, “ci vorrebbero minimo 3-4 anni, parliamo comunque di altre legislature”.