“Partiremo con una fase sperimentale a Palermo per il numero 116-117 entro il 2025, con l’obiettivo di potenziare l’offerta sanitaria territoriale”.
A dichiararlo è Salvatore Iacolino, dirigente del Dipartimento per la pianificazione strategica dell’Assessorato regionale alla Salute, in merito all’introduzione del numero europeo armonizzato per l’accesso alle cure mediche non urgenti in Sicilia.
La Regione, infatti, intende attivare due centrali operative del 116-117, una a Palermo e l’altra a Catania.
“Sono state avviate le attività necessarie e contiamo di svilupparle ulteriormente, integrandole con i servizi di telemedicina – prosegue –. In questo ambito, abbiamo già incontrato la società aggiudicataria del servizio e ci aspettiamo di avviare, entro aprile i primi servizi telemedicina per un’area territoriale, probabilmente quella di Palermo. Questi servizi saranno fondamentali per la gestione di patologie come il diabete e la broncopatia cronica ostruttiva, e per tutte quelle condizioni che rendono i pazienti fragili e bisognosi di cure continue, in particolare nel contesto della medicina territoriale. Inoltre, prevediamo di integrare in questo progetto 130 lavoratori provenienti dalla platea complessiva di Almaviva. Questi si occuperanno di funzioni cruciali come la gestione del contact center e lo sviluppo dell’applicativo web per il supporto alle telefonate al numero unico. Fondamentale sarà il coordinamento del 118, che, insieme a un team di professionisti impegnati e scrupolosi, sta lavorando con grande determinazione per raggiungere gli obiettivi fissati dal governatore Schifani per l’assessorato sanitario“.
Il numero europeo armonizzato
Il 116-117 è pensato per fornire assistenza sanitaria per i casi a bassa urgenza che, con la funzione di pre-triage telefonico.Il servizio mira a migliorare l’accesso alla sanità territoriale e a ridurre il sovraccarico nei Pronto Soccorso. Attualmente, il 70% degli accessi riguarda codici bianchi e azzurri, casi non urgenti che potrebbero essere gestiti altrove.
Il numero è gratuito, semplice da usare e attivo 24 ore su 24. Garantisce risposte in italiano e inglese da qualsiasi telefono fisso o cellulare, tranne dispositivi bloccati. Sarà possibile ottenere:
- consigli medici non urgenti in orari di apertura della continuità assistenziale;
- accesso rapido ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta;
- indicazioni sulla Guardia medica turistica e su altre opzioni assistenziali non urgenti.
Case e Ospedali della Comunità
Per gestire le urgenze a bassa criticità fondamentali, oltre la telemedicina, saranno le nuove opere sanitarie previste dal Dm77, ossia Case e ospedali di comunità. Di queste strutture sono previste in Sicilia, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR):
- 156 Case della Comunità, di cui 58 hub e 98 spoke.
- 43 Ospedali di Comunità, con un finanziamento complessivo di 96,4 milioni di euro.
Questi centri, attivi 24 ore su 24, saranno attrezzati con medici e infermieri e dotati di diagnostica di base e collegamenti di telemedicina, promettendo di rispondere efficacemente ai bisogni del territorio.
Un primo varco o l’ennesimo slogan?
Il 116-117 ha un grande potenziale per la sanità siciliana. Tuttavia, la sua efficacia dipenderà non solo dalla risposta telefonica, ma anche dalla capacità di indirizzare i pazienti verso una rete territoriale funzionante, che al momento è incompleta.
Il successo del servizio dipenderà dal potenziamento delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità. Queste strutture, previste dal DM 77, devono essere dotate di un numero adeguato di operatori sanitari e delle giuste tecnologie.
Un altro aspetto cruciale sarà l’educazione degli utenti. Affinché il 116-117 possa davvero funzionare, sarà indispensabile sensibilizzare la popolazione all’uso corretto di questo servizio e delle strutture territoriali. La conoscenza delle funzioni e dei limiti del sistema eviterà sovraccarichi impropri, in particolare della rete ospedaliera e soprattutto nelle unità dedicate all’emergenza-urgenza.
Senza il pieno sviluppo della rete integrata si rischia che il 116-117 diventi uno strumento inefficace, non supportato da una strategia complessiva e dalle risorse necessarie. Considerarlo risolutivo in assenza di interventi strutturali sarebbe un errore che si è già verificato con altri progetti, come il SovraCup per le liste d’attesa, la cui realizzazione pratica non ha ancora rispecchiato le aspettative iniziali.
Dopotutto, come ci insegnano le riforme del passato, la differenza tra teoria e realtà, soprattutto in Sicilia, può essere abissale.