Le cose semplici sono le più belle, diceva San Francesco. Un insegnamento che sembra facile da seguire ma non lo è affatto, il rischio è quello di risultare sciatti o privi di originalità, specialmente in architettura. Ma quando si riesce ad amalgamare nel modo giusto semplicità, bellezza e originalità il gioco è fatto. Ed è stata questa l’alchimia vincente degli architetti under 40 palermitani Alberto Cusumano, Cristina Calì e Marco Alesi che con il loro studio AM3 hanno partecipato e vinto, al concorso di idee bandito dalla Diocesi di Agrigento per la costruzione di una nuova chiesa a Villaggio Mosè, nella periferia di Agrigento.
A partecipare al concorso erano dodici studi di architettura siciliani scelti in base ai meriti dalla Curia di Agrigento, lo studio AM3 alla ricetta vincente ha aggiunto anche una forte spiritualità e ha saputo miscelare tradizione e innovazione aggiudicandosi la vittoria con un progetto che vede anche coinvolti l’artista palermitano Igor Scalisi Palminteri e il liturgista nisseno Don Luciano Calabrese e gli architetti Stefania Micciché e Carlo Mastrosimone. La chiesa sarà costruita all’interno di Villaggio Mosè nato come area di pertinenza dei minatori della zona e negli anni ’50 viene costruito il complesso che prevede una chiesa, gli uffici e i saloni della parrocchia, la chiesa dieci anni fa venne demolita per problemi strutturali e attualmente i parrocchiani usano come chiesa i saloni adiacenti la spianata dove sorgeva la chiesa.
La chiesa è dedicata al Cuore Immacolato di Maria così l’elemento principale è un dettaglio semplice ma carico di spiritualità: un taglio verticale che raccoglie la luce indiretta che arriva da un lucernario e dal soffitto cade giù come uno squarcio, a guardare l’effetto, sembra proprio il manto di Maria. “Abbiamo cercato di mettere insieme la storia di quel posto con l’innovazione architettonica – spiega Alberto Cusumano, uno degli architetti della AM3 – così abbiamo progettato la chiesa pensando ad una cava con le pietre tagliate, sia dentro che fuori, a rappresentare l’umanità che lavora, su di loro si stende il manto di Maria, la luce divina“.
La parte artistica è affidata ad uno degli artisti più talentuosi della Sicilia: Igor Scalisi Palminteri, a cui è anche affidata la realizzazione di un enorme mosaico (10 metri per 4) che si trova all’interno del chiostro accanto alla chiesa. “Mi sono lasciato ispirare dalle cave – racconta Palminteri – tutti gli elementi sono in pietra intagliata ma anche alla figura del Profeta Mosè. Ad esempio la base del fonte battesimale per immersione sarà realizzato con un mosaico dalle tessere rosse a ricordare il mar rosso e il primo esodo dei migranti, il popolo di Israele, capitanato da Mosè. Nel tabernacolo realizzerò un bassorilievo con il roveto ardente di Mosè“.
Secondo il programma la chiesa verrà realizzata nell’arco di un anno, più tre mesi di progettazione. Il costo totale della realizzazione è di un milione e sessantamila euro che la Cei finanzierà per il 75%, il restante 25% saranno donazioni dei parrocchiani. “Un altro elemento che per me è importante – continua Palminteri – è il riutilizzo di tutti gli arredi sacri della vecchia chiesa, magari rivisitati, restaurati e ammodernati, ma rimarranno tutti. Quando la chiesa è stata demolita per i fedeli della zona è stato un trauma, mi piace l’idea di mantenere questo legame col passato, per farli sentire sempre a casa loro“.