E’ iniziato con le costituzioni di parte civile il processo sul naufragio della Nuova Iside, il peschereccio affondato il 12 maggio del 2020 dopo una collisione con una petroliera a largo di Terrasini. Il tribunale, presieduto da Bruno Fasciana, ha ammesso le richieste di costituzione di parte civile dei familiari delle vittime, i tre membri dell’equipaggio Giuseppe, Matteo e Vito Lo Iacono, assistiti dagli avvocati Cinzia e Antonio Pecoraro, Paolo Grillo, Aldo Ruffino e Giuseppina Scrudato.
Ammessi anche i Comuni di Cinisi e Terrasini, la Lega navale italiana-sezione di Palermo, il sindacato nazionale marittimi e l’associazione Princessa. Secondo la tesi accusatoria – in aula il sostituto procuratore Vincenzo Amico – il Nuova Iside sarebbe affondato in seguito ad una collisione avvenuta in acque internazionali con la petroliera Vulcanello.
Imputati – con l’accusa di avere causato il naufragio – il comandante della Vulcanello Gioacchino Costagliola, Giuseppe Caratozzolo, terzo sottufficiale di coperta e il timoniere della petroliera, il romeno Mihai Jorascu. Quest’ultimo – si è appreso lo scorso 2 novembre – è deceduto mentre era detenuto agli arresti domiciliari in Romania. Le difese hanno chiesto termini per analizzare le richieste di costituzione di parte civile ma il presidente Bruno Fasciana, anche per questioni di economia processuale, ha ammesso tutte le istanze invitando i difensori, nella prossima udienza, a avanzare eventualmente richieste di esclusione.
Inoltre gli avvocati difensori di Caratozzolo e Costagliola hanno eccepito, nuovamente, l’incompetenza territoriale del Tribunale di Palermo, sostenendo che essendo avvenuto l’incidente in acque non territoriali ed essendo gli indagati tutti residenti in città diverse, il procedimento doveva essere incardinato a Roma. Il pm ha ribadito, anche di fronte al tribunale, che la questione era già stata affrontata in fase di indagini preliminari ricordando che la prima procura ad iscrivere la notizia di reato è stata quella di Palermo; che sia il gip di Palermo sia la procura generale della Cassazione hanno confermato che il processo doveva essere celebrato dinanzi
all’autorità giudiziaria in cui ha sede la Procura che per prima ha iscritto la notizia di reato.
C’è comunque, ha fatto sapere il pm, una indagine, ancora in fase preliminare, aperta a Roma – dopo la trasmissione degli atti, a carico dell’armatore della petroliera, Brullo, e dell’ispettore tecnico dell’imbarcazione. Sulla questione della competenza territoriale il Tribunale scioglierà la riserva nella prossima udienza che si terrà il 7 dicembre nell’aula bunker di Pagliarelli visto il gran numero di parenti e familiari delle vittime parte civile e dei legali che impedisce la celebrazione del processo anche nell’aula, di grandi dimensioni, della corte di assise di appello al palazzo di giustizia.