Proseguono gli accertamenti del Ris dei carabinieri di Messina nell’ambito dell’inchiesta sull’affondamento del peschereccio “Nuova Iside” di Terrasini.
In particolare – da quanto si apprende – si stanno effettuando riscontri e confronti tra gli elementi di prova prelevati dallo scafo della petroliera “Vulcanello”, nei giorni scorsi al porto di Augusta, tra cui alcuni campioni di vernice con la quella utilizzata per riverniciare il peschereccio, fornita dai familiari dell’equipaggio. Lo scafo della “Vulcanello” e’ stato anche fotografato sia nella parte sommersa sia in quella sopra la superficie del mare.
Ma l’analisi e il confronto ruoterebbe anche su svariati oggetti restituiti dal mare, tra cui qualche asse in legno che che potrebbero essere parte del peschereccio affondato ed adagiato ad una profondita’ di 1360 metri a Nord della costa palermitana. Il relitto e’ stato individuato dalla Marina Militare che ha anche realizzato un video, diffuso parzialmente, anche alla stampa, in cui si scorge un solo lato col nome del peschereccio a prua. Il video potrebbe essere – ma non vi sono conferme in tal senso – piu’ lungo e completo.
Mentre la Marina Militare potrebbe spedire il “robotino” di nuovo in profondita’ per raccogliere ulteriori immagini ed elementi e tentare di “visionare” anche l’interno del peschereccio. La settimana prossima dovrebbero terminare gli accertamenti del Ris e si potranno tirare le somme: collisione tra la petroliera e il Nuova Iside o una onda anomala, causata dalla petroliera, che potrebbe avere causato l’inabissamento? Il peschereccio Nuova Iside e’ scomparso la notte tra il 12 e i l13 maggio. Il mare ha restituito il corpo di Giuseppe Lo Iacono, 33 anni, e quello di Matteo, 53 anni.
Mentre risulta ancora formalmente disperso Vito Lo Iacono, 27 anni. Nei giorni scorsi era stata sequestrata prima la scatola nera e poi la stessa petroliera “Vulcanello” – della societa’ Augustadue-gruppo Mednav. Sul registro degli indagati, al momento, sono state iscritte, come atto dovuto, quattro persone: si tratta di due ufficiali di plancia, del comandante della petroliera e dell’armatore per il reato di omicidio colposo e omissione di soccorso. L’indagine e’ coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo, Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico.