Anche definito come l’oro verde di Sicilia, l’olio è una delle eccellenze della nostra terra, alla base della dieta mediterranea e ad oggi riscuote sempre più successo nei mercati internazionali.
Per i Greci l’ulivo era così importante che ne attribuivano la sua creazione direttamente ad Atena. La leggenda narra che lei e Poseidone si contendessero l’Attica. Zeus chiese loro di fare un dono a questa terra: il più utile dei due avrebbe comportato l’attribuzione del premio. Poseidone portò il mare e Atena l’ulivo, vincendo così la sfida. Un mito che spiega come questa coltura sia così radicata nel Mediterraneo da essere diventata segno tangibile di una cultura.
Secondo gli studiosi l’olio d’oliva avrebbe 6.000 anni. Le prime tracce della coltivazione d’ulivo si trovano in Siria e cinque secoli prima di Cristo l’ulivo era già diffuso in Sicilia, portato dai Fenici. Fu però sotto il dominio Greco che questa coltivazione iniziò a diffondersi in maniera sistematica su tutto il territorio per poi arrivare alla massima espansione con l’Impero Romano e il Cristianesimo. L’olio, infatti, è più di un semplice ingrediente in cucina, per secoli ha rappresentato l’ingrediente privilegiato di unguenti, un prezioso combustibile, un mezzo di conservazione.
“Non a misura di vita umana e che ha perciò a che fare con la fede e con la religione”, come disse Leonardo Sciascia, è da sempre retaggio del paesaggio siciliano.
La pianta dell’ulivo, coi suoi frutti, è uno dei simboli della cultura isolana, nonché uno dei fulcri della economia locale. La Sicilia è tra le prime regioni d’Italia per produzione di olive ed olio.
Ecco perché molte delle imprese presenti nel nostro territorio basano la loro ‘fortuna’ su questo frutto.
I ‘giganti verdi di Sicilia’ ad esempio sono quelli di Buccheri, un piccolo paese dell’entroterra siracusano. Qui gli ulivi possono vantare circa mille anni di anzianità ma nonostante ciò questo luogo è stato a lungo vittima di un processo di spopolamento, una fuga verso la città che ha portato all’abbandono di tanti uliveti. Nel 2003 Giuseppe Paparone e Lorenzo Nicotra, due amici di lunga data decidono di fare qualcosa, fondano così una cooperativa per recuperare i terreni dismessi che portano a scoprire piante millenarie. Oggi a Buccheri si possono contare oltre 15 mila piante in produzione.
Elena e Giulio, invece, hanno deciso di creare dei lodge tra gli ulivi, una masseria dove la meditazione e il relax divengono elementi essenziali della vacanza. In una zona che offre molte possibilità di sviluppo, nella campagna di Noto, a dieci minuti dai lidi di Noto e Avola, il glamping con più confort è diventata una tendenza consolidata.
Nei terreni attorno al lodge si producono arance, olio Evo, carrube, mandorle e altre erbe. Buona parte di ciò viene servito nel ristorante interno, mentre la commercializzazione è rivolta a olio e confetture.
Antonella e Nunzio, due fratelli hanno deciso di puntare sulla Nocellara del Belice per riallacciare un’antica storia di famiglia. Zona che nel 1968 è stata colpita da un terremoto, anche oggi vede un’oliva generosa, a doppia attitudine, mensa e molitura, che permette di ottenere un olio extravergine ricco, corposo, con i profumi inconfondibili che richiamano l’orto, le erbe aromatiche e i pomodori. La famiglia di Antonella e Nunzio è una famiglia contadina che ha deciso di mantenere viva per anni la tradizione, mettendo insieme 40 ettari di terreno costruendo la propria azienda, un sogno del papà.
Dal Biancolilla al Cerasuola, dal Moresca al Nocellara e il Belice al Tonda Iblea, sono solo alcune delle 8 principali tipologie di olio presenti in Sicilia che assieme, raggiungono circa l’80% di tutti gli olivi coltivati.
Quelle dell’oro verde, imprese che nel presente e nel prossimo futuro hanno l’obiettivo di aumentare la verticalizzazione della filiera e, nel contempo, la diversificazione dei prodotti per poter rafforzare la presenza sul mercato. Le solide basi di una visione contemporanea dell’agricoltura.