Oltre i tweet da Aleppo, oltre i video dalle periferie siriane: i dati sui migranti del 2016 sono stati diffusi oggi dalla Guardia Costiera e sono i più alti numeri di sempre, a cominciare dai minori non accompagnati, aumentati in modo esponenziale. I numeri riferiscono al lasso di tempo che va dal 18 marzo al 19 dicembre scorsi e sono stati resi noti dalla Guardia Costiera in occasione della visita alla base aeromobile militare a Catania da parte del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.
Sono 24.929 i minori non accompagnati sbarcati sulle coste italiane. Insieme a loro 127.574 uomini e 23.932 donne. La maggior parte di loro è parte di quel “flusso migratorio che interessa il Mediterraneo” e proviene dalla Libia e dalla Turchia. Ad aumentare quest’anno sono stati anche i morti: 4.646. Circa mille in più rispetto all’anno scorso e i motivi sono riconducibili al netto peggioramento delle condizioni di partenza dalle coste libiche, luogo da cui si registra un incremento delle partenze in generale, anche quando le condizioni climatiche sono proibitive e quelle del mare sono avverse e anche nel corso della notte. A contorno di una concomitanza di elementi che rendono la traversata pericolosa, va aggiunto che i barconi, sempre più gommoni e sempre meno grandi imbarcazioni in legno, non sono provvisti di telefono satellitare né possono essere geolocalizzati: significa che non sono nelle condizioni di chiedere aiuti.
I gommoni, sovraccarichi, si improvvisano unica via di fuga por oltre duecento persone a bordo alla volta per affrontare gli ormai tristemente noti viaggi della speranza. E’ in seguito agli accordi in Unione europea che il fronte turco ha visto diminuire il flusso di migranti in partenza mentre quello librico è evidentemente in crescita, con leggeri picchi nei mesi estivi.
Anche il presidente di Unicef Italia Giacomo Guerrera ha ricordato che nei primo 10 mesi dell’anno l’80% dei minori arrivati in Italia hanno compiuto il viaggio da soli e l’Organizzazione ha avviato, in accordo con il ministero dell’Intero, ‘One UNICEF Response‘, un programma di accoglienza in strutture stabili e di inclusione scolastica per oltre 6mila minori. “Ciò che abbiamo di fronte oggi sulle coste italiane ed europee del Mediterraneo è al tempo stesso un’emergenza umanitaria e un cambiamento epocale, che coinvolge l’intera società e richiede capacità di risposta e di gestione senza precedenti“, commenta Guerrera a margine della proiezione del docufilm “Non è un viaggio è una fuga”. Diventano necessarie misure di assistenza: dalla primissima accoglienza al trasferimento in strutture più piccole e stabili e puntano all’inclusione scolastica e culturale nelle comunità locali sparse in tutto il territorio nazionale. L’Unicef seguirà in Italia metodologie e interventi propri dei programmi di protezione dell’infanzia già applicati nei paesi extra-europei. Ed è prevista tra l’altro l’attivazione di un progetto pilota per il trasferimento di minori non accompagnati dai centri temporanei a famiglie di accoglienza.
Secondo il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali i minori non accompagnati fuggiti in altri paesi o che hanno fatto perdere le loro tracce sono oltre 6mila e quelli che attualmente sono in Italia sono oltre 22.000. Su dieci, nove di essi sono maschi e hanno un’età che va dai 15 ai 17 e provengono per lo più dall’Egitto, dall’Albania e dall’Africa subsahariana mentre sono quasi del tutto assenti i minorenni siriani, a differenza del 2015.