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Omicidio a Palermo: uccide il vicino per i fumi di un barbecue, preso dopo una fuga

mercoledì 22 Agosto 2018
ambulanza
foto d'archivio

Omicidio risolto in poche ore ieri sera a Sferracavallo, borgata marinara di Palermo. Un uomo, Cosimo D’Aleo, 43 anni, è stato ucciso a colpi di pistola, al culmine di una lite, da un vicino di casa, che dopo il delitto, era fuggito per alcune ore.

La vittima, trovata riversa sull’asfalto, è stata freddata a colpi d’arma da fuoco. A lanciare l’allarme sono stati alcuni passanti. L’assassino si chiama Piero Billitteri, 60 anni, ed è stato arrestato dagli agenti della polizia in un magazzino del quartiere Marinella, dove si era rifugiato dopo aver fatto perdere le proprie tracce.

Stando al suo racconto, l’omicidio sarebbe avvenuto per motivi di cattivo vicinato: La vittima e l’omicida da tempo non andavano d’accordo e la goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stato un barbecue, acceso da D’Aleo al pianterreno dove viveva: i fumi della carne arrostita avrebbero raggiunto l’abitazione di Billitteri, che sarebbe andato su tutte le furie, ma le liti sarebbero durate da tempo, ogni volta per un motivo diverso.

Il fumo del barbecue è stata, dunque, l’ultima occasione di scontro fra i due. A ricostruire i momenti del delitto sono stati gli agenti della squadra mobile: Billitteri si sarebbe recato dal vicino e sarebbe scoppiata una violenta lite, l’ennesima fra i due. Quindi sarebbe salito al secondo piano dove viveva e dopo pochi istanti sarebbe tornato al pianterreno, impugnando una pistola e facendo fuoco per due volte, uccidendolo, davanti alla moglie. Quindi sarebbe tornato in casa, per poi andar via indisturbato a bordo della propria auto, una Fiesta.

L’arresto è avvenuto attorno a mezzanotte nel magazzino in cui l’omicida si era rifugiato, nel quartiere della Marinella, dopo aver posteggiato la propria auto a pochi metri. Le ricerche erano state rallentate anche a causa di un temporale, ma non hanno impedito agli agenti della Mobile di trovare Billitteri e ammanettarlo.

Ero stanco delle continue offese e provocazioni che ero costretto a subire“. Ha confessato agli inquirenti l’omicidio.

Tanti i testimoni che hanno confermato i continui litigi tra vicini innescati spesso da D’Aleo, accusato in passato di rapina, aggressioni e violenze anche in famiglia. “Ci insultava e ci derideva ogni volta che passavamo io e mia moglie. Era una continua minaccia“, ha raccontato il dipendente dell’azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti a Palermo agli agenti e al pm Gianluca De Leo nell’interrogatorio.

Ieri stavo andando al lavoro per il mio turno serale. Ho dimenticato il badge e sono tornato a casa a prenderlo. Mi ha bucato la maglietta con il forchettone che stava utilizzando per arrostire la carne sul barbecue. Allora sono andato in casa ho preso la pistola e sono ritornato in strada“.

Neppure davanti alla pistola puntata, D’Aleo avrebbe smesso di insultare Billitteri. “Tanto non hai le palle di sparare“, gli avrebbe urlato. A questo punto invece il dipendente della Rap ha esploso due colpi con una pistola calibro 38 che ha detto di avere trovato dentro un cassonetto durante un turno di lavoro. La pistola era detenuta illegalmente, per questo Billitteri è stato anche denunciato. A questo punto la fuga a bordo della sua Ford Fiesta ritrovata in via Verne. L’assassino ha cercato rifugio da alcuni amici nel quartiere Marinella dove abitava prima. Qui in un box di sua proprietà ha nascosto la pistola. E poi si è rifugiato in un magazzino. Ora D’Aleo è stato fermato con l’accusa di omicidio.

“Mostro, hai ucciso mio marito”

“Mostro hai ucciso mio marito senza pietà. Senza pensare ai bambini”. Il lenzuolo con questa scritta è stato affisso dalla famiglia di Cosimo D’Aleo, il muratore ucciso a Sferracavallo da Pietro Billitteri, dipendente della Rap. Il lenzuolo è stato affisso nella ringhiera dell’abitazione in via Sferracavallo al numero 130 dalla famiglia della vittima che chiede giustizia.

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