I vaccinati con booster hanno un rischio 23 volte più basso di finire in ospedale rispetto a chi non è vaccinato. Un effetto protettivo importante, ma molto più basso di quanto era garantito dai vaccini contro la variante Delta. È quanto emerge dallo studio condotto dal dipartimento di Sanità pubblica della contea di Los Angeles e pubblicato sul bollettino settimanale dei Centers for Disease Control and Prevention(Cdc) americani.
La ricerca ha preso in considerazione i dati di 422.966 persone che hanno contratto Covid-19 tra il 7 novembre 2021 e l’8 gennaio 2022 nella contea di Los Angeles: ciò ha consentito di intercettare la coda dell’ondata dovuta alla variante Delta e l’inizio di quella Omicron. Nel complesso, nel periodo oggetto dello studio si conferma un rischio molto maggiore di subire le conseguenze più serie di Covid-19 in chi non è vaccinato. In particolare, chi non si era sottoposto alla vaccinazione, una volta contratta l’infezione aveva una probabilità del 2,8% di finire in ospedale per Covid, dello 0,5% di essere ricoverato in terapia intensiva, dello 0,2% di avere bisogno di essere intubato e dello 0,3 di morire. Nelle persone con due dosi di vaccino questi valori erano rispettivamente 1%, 0,12%, 0,05% e 0,08%. Ancora più bassi in quanti avevano anche la dose booster: 0,7%, 0,08% e 0,03% e 0,07%.
Lo studio, però, mostra differenze importanti tra la fase in cui era dominante Delta e quella in cui è emersa Omicron.
In epoca Delta, infatti, rispetto a chi aveva la dose booster, le persone non vaccinate presentavano un rischio 12,3 volte più alto di infettarsi e 83 volte di essere ricoverate.
Con la comparsa di Omicron emerge il calo di efficacia dei vaccini, che comunque mantengono un importante effetto protettivo contro gli effetti più severi della malattia: i tassi di infezione e ospedalizzazione tra le persone non vaccinate sono rispettivamente di 3,6 volte e 23 volte più alte rispetto a quelli delle persone vaccinate con tre dosi. (ANSA).