E’ scattata questa mattina a Giarre l’operazione “Tigre reale”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia e dalla Stazione di Giarre. Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, nonché per acquisto e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio: con queste accuse è stata data esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania, nei confronti di quattro persone.
Le indagini, condotte da settembre 2019 a giugno 2021, avrebbero consentito di sciogliere un gruppo criminale dedito alla gestione di una redditizia piazza di spaccio nel quartiere “Jungo” di Giarre. Al vertice dell’associazione criminale, vi sarebbero stati i pluripregiudicati Maurizio Viscuso e Stefano Mario Sciacca, quest’ultimo incaricato anche di essere il “cassiere” dei proventi illeciti, che avrebbero messo in piedi un vero e proprio “supermarket” della droga, fonte giorno e notte di approvvigionamento di cocaina e marijuana, protetto da “misure di sicurezza” volte a prevenire o eludere eventuali blitz delle Forze dell’Ordine, quali l’installazione di telecamere e la “fortificazione” della piazza con cancelli, grate in ferro e porte blindate.
L’indagine avrebbe infatti consentito di accertare la partecipazione all’organizzazione di spaccio anche dei figli di alcuni indagati. Una fiorente attività criminale gestita a conduzione familiare. La fitta rete di vedette sarebbe stata invece gestita direttamente dalla moglie del capo, che avrebbe fornito direttive ben specifiche su come effettuare l’attività di vigilanza e sulle precauzioni da adottare in caso di presenza delle forze dell’ordine. La donna si sarebbe occupata inoltre, in caso di momentanea assenza del marito e del figlio maggiore, di accogliere i corrieri e di ricevere la droga, provvedendo alla pesatura dello stupefacente, nonché aiutando nel successivo conteggio dei guadagni.
L’indagine avrebbe inoltre permesso di accertare il placet di cui avrebbe goduto la famiglia al vertice dell’organizzazione da parte del “clan Laudani” di Piedimonte, nello specifico da parte di Antonio Di Mauro – figlio di Paolo detto “u prufissuri” – responsabile dell’area di Giarre. Un episodio emblematico del carattere verticistico dell’associazione e dell’impossibilità di mettere in discussione le direttive del promotore, sarebbe stato il brutale pestaggio, avvenuto nell’agosto 2020, ai danni di uno spacciatore al dettaglio, che dopo essersi rifornito presso l’emporio della droga avrebbe osato mettere in discussione la qualità e la modalità di taglio dello stupefacente, pretendendo di partecipare alla preparazione della cocaina da vendere, al fine di accertarsi di non essere raggirato.
Nel corso delle attività d’indagine, quali riscontri, i Carabinieri hanno arrestato 10 pusher per “detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente”, hanno sequestrato oltre 1 chilo di marijuana e 350 grammi di cocaina e la somma in contanti 1.000 euro quale provento dell’attività di spaccio.
Sono invece state concluse le indagini preliminari su altri venti soggetti nei confronti dei quali, pur essendo stata riconosciuta la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, non sono state emesse misure cautelari personali per assenza di esigenze cautelari. Questi ultimi sarebbero stati inseriti nel medesimo contesto associativo criminale e partecipi di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Le persone destinatarie della misura delle custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione ‘Tigre Reale’ sono: Maurizio Viscuso, di 56 anni, i figli Giuseppe e Salvatore, rispettivamente di 30 e 35, e Stefano Mario Sciacca, di 26.