Prosegue la scia di manifestazioni dei lavoratori delle società Partecipate del Comune di Palermo. Un gruppo di dipendenti della Reset ha scioperato questo pomeriggio in piazza Marina, davanti alla sede istituzionale di Palazzo Galletti. Il gruppo di maestranze comunali che solitamente si occupa dei servizi di potatura e diserbo ha deciso di scendere in piazza per protestare contro le problematiche che affliggono l’azienda: incertezza su redditi e istituti previdenziali, demansionamenti, orari ridotti, organizzazione del lavoro e rotazioni. I manifestanti si sono spostati poi verso Palazzo Palagonia, sede istituzionale del sindaco Roberto Lagalla. Luogo nel quale era in corso una riunione operativa in vista del prossimo 400° Festino.
La protesta dei lavoratori della Reset
Ad organizzare il sit-in è stato il gruppo sindacale dell’USB (Unione Sindacale di Base). Secondo la sigla dei lavoratori, l’importanza delle mansioni svolte dai dipendenti della Reset non è stata riconosciuta nè politicamente nè dalla governance della società Partecipata del Comune. “I lavoratori lamentano l’ipocrisia della politica che sa solo promettere ma non propone fatti. Da anni si aspetta il ritorno al regime di 40 ore – dichiara Giorgio Martinico, rappresentante sindacale della USB -. Si continua invece a preferire il meccanismo degli straordinari che crea differenze fra i dipendenti. Poi c’è il problema delle mansioni. Si chiede ai lavoratori impieghi che richiedono sempre più professionalità nei settori della manutenzione e della pulizia della città. Ma il livello del contratto non corrisponde. Per questo abbiamo deciso di manifestare. Vogliamo risposte“.
Martinico entra nel merito anche delle polemiche occorse nei giorni scorsi fra il primo cittadino e le organizzazioni di categoria dei lavoratori. “Il sindaco e l’attuale Amministrazione ha avviato qualche stabilizzazione fra i lavoratori comunali. I dipendenti della Reset fanno parte dell’universo delle società Partecipate. E qui poco è stato fatto. Si continua a perpetuare un modello sbagliato. Da settimane si discute del passaggio di una serie di mansioni da Rap a Reset. Ma ciò aggrava di più la situazione di lavoratori a cui si chiedere sempre di più e si dà sempre di meno. Qui si parla di lavoratori Reset. Persone a cui è stato dato poco rispetto a quanto era stato promesso“.