Ordine dei giornalisti e Associazione siciliana della stampa, con una nota congiunta, “denunciano l’ennesimo atto di arroganza del presidente della Regione Crocetta che – scrivono – per garantirsi il controllo dell’informazione, continua a violare norme, regole e rispetto per i cittadini e per i giornalisti”.
“Il governatore – aggiungono – ha infatti avviato una nuova iniziativa editoriale, ‘Sicilia regione‘, pagata con fondi regionali, che propaganda le attività della pubblica amministrazione regionale ma senza avere in organico giornalisti assunti. Così, il delicato compito di garantire una corretta informazione ai siciliani, viene affidata al personale (non giornalistico) di un Istituto di formazione che non ha alcun collegamento con l’Ordine dei giornalisti e con le altre istituzioni professionali, e il cui direttore responsabile è un giornalista pubblicista la cui principale attività è l’editoria televisiva privata”.
Per Assostampa e Ordine dei giornalisti della Sicilia è “un clamoroso conflitto di interessi di cui soltanto Crocetta può fingere di non avvedersi, mentre invece dovrebbe attirare l’attenzione della procura della Corte dei Conti, da sempre attenta alle vicende degli uffici stampa negli enti pubblici.
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena, e il segretario regionale dell’Associazione siciliana della stampa, Alberto Cicero – si legge ancora nella nota congiunta – “denunciano questa ennesima violazione delle regole e del diritto costituzionale dei cittadini di essere correttamente informati da parte di un governatore che, dal suo insediamento a oggi, a cominciare dall’azzeramento dell’ufficio stampa della presidenza con 21 licenziamenti in tronco, ha sempre dimostrato di disprezzare i giornalisti non succubi del suo potere e il loro ruolo professionale”.
“Il nuovo canale d’informazione finanziato da Crocetta, che spedisce anche migliaia di newsletter fregiandosi del logo della Regione, di fatto – proseguono Assostampa e Ordine – surroga l’attività che la legge 150/2000 assegna all’ufficio stampa dell’Amministrazione regionale. Inoltre, gli studenti di corsi non riconosciuti dall’Ordine, non hanno la qualifica di praticanti, e il loro eventuale impiego in attività redazionali configurerebbe l’esercizio abusivo della professione giornalistica. Di fronte a questo ennesimo scempio delle norme fatto da Crocetta – conclude la nota congiunta – sarebbe forse opportuno che anche la magistratura penale si occupasse di un istituto professionale gestito e finanziato come un qualsiasi ente di sottogoverno, indagando anche sulla nomina di un presidente che non ebbe difficoltà ad ammettere di avere sostenuto la campagna elettorale del governatore e di avere avuto in cambio la promessa di un assessorato”.