“Quanto accaduto ieri mattina a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, è indegno di un Paese civile e di uno Stato di diritto: una famiglia di agricoltori è stata brutalmente sfrattata, letteralmente buttata per strada con un incredibile dispiegamento di forze dell’ordine, neppure si trattasse di un boss mafioso. La propria abitazione è stata prima pignorata e poi svenduta in un’asta giudiziaria a un decimo del suo valore, mentre due fratelli sono stati pure fermati e, poi, successivamente rilasciati, perché si sono opposti a questa ingiustizia. Il tutto mentre c’è una richiesta di sospensiva dell’esproprio, con udienza fissata tra meno di un mese, e nessuno inoltre sembra abbia battuto ciglio sulla svendita dell’immobile, alla quinta asta, a un prezzo irrisorio di 11 mila euro“. Lo denuncia il deputato della Lega Alessandro Pagano.
Ieri infatti, l’agricoltore Cataldo Scarlata, si era barricato nel suo appartamento di 140 metri quadrati e del valore di 90 mila euro, in via Garibaldi a San Cataldo, che la banca Toniolo gli aveva pignorato per il mancato pagamento di alcune rate del mutuo, e poi venduto all’asta per 11 mila euro. Ieri, lui, la moglie e due figli minorenni avrebbero dovuto consegnare la casa all’acquirente, attraverso l’ufficiale giudiziario. “Piuttosto la brucio – ha detto – e mi dò fuoco pure io”. A dargli man forte nella protesta è intervenuto suo fratello, Giuseppe, dirigente locale del “movimento dei forconi”, al quale era stato pignorato e venduto per 30 mila euro un terreno. Le loro difficoltà finanziarie sarebbero state causate dal mancato arrivo dei contributi comunitari cui avevano diritto da anni.
I due fratelli hanno protestato a lungo e minacciato di bruciare la casa, che si trova al primo piano di un edificio di tre piani, dando fuoco a un divano che hanno lanciato in strada. I carabinieri hanno deciso di intervenire sfondando la porta dell’alloggio e mettendo in manette i due fratelli, arrestati per resistenza a pubblico ufficiale. Il loro legale, l’avvocato Peppe Giunta, aveva presentato istanza di sospensione dello sfratto il 24 dicembre, insieme con un esposto su “possibili speculazioni messe in atto da ignoti nella vendita della casa, avvenuta all’asta dopo ben 5 tentativi e a un prezzo che la giurisprudenza definisce “vile”, perciò suscettibile di sospensione. Invece se ne parlerà il 25 gennaio”. Mariano Ferro, leader regionale dei “Forconi” è intervenuto con decine di contadini per esprimere la solidarietà del movimento alla “giusta causa” di Cataldo Scarlata. “Dopo il tragico suicidio di Giovanni Guarascio, a Vittoria – ha detto, Ferro – c’è il rischio che il dramma si ripeta a San Cataldo mentre banchieri, politici e governanti continuano a rimanere insensibili”.
“Non solo – prosegue Pagano – la beffa è che questa famiglia vanta crediti con la Regione a causa del mancato arrivo dei contributi comunitari per l’agricoltura cui avevano diritto da anni. Da qui derivano le difficoltà economiche, e quindi il debito verso la banca, per le quali questa famiglia non è più riuscita a pagare le ultime rate del mutuo. Ma si può apportare tutto ciò nel 2017? È indecente e vergognoso. Mattarella, Grasso, Boldrini, Gentiloni dove siete? Confidiamo in una presa di posizione del governatore Musumeci affinché aiuti a sbloccare positivamente questa vergogna. Oggi alle 11:00 insieme a tanti amici e simpatizzanti della Lega Salvini Premier e a chiunque altro vorrà unirsi organizzeremo un presidio permanente di fronte la casa oggetto del rilascio, perché venga subito esaminato un provvedimento di sospensione. Di certo è che, ancora una volta, abbiamo avuto la conferma che in Italia comandano le banche, mentre i clandestini hanno più diritti degli italiani. Noi ci opporremo con tutte le nostre forze: stop agli sfratti della povera gente, stop allo strapotere delle banche”.