Era passata mezzanotte quando le guardie giurate che sorvegliano la sede di Sky a Rogoredo, periferia Sud di Milano, si sono accorte di un uomo che cercava di entrare. Urlava cose difficili da comprendere ed era alterato.
I soccorritori del 118, chiamati quando ha avuto un malore, pensavano di intervenire per una intossicazione etilica, cioè per un ubriaco caduto a terra, ma davanti si sono invece trovati un giovane già in arresto cardiaco. Le telecamere hanno ripreso tutto quanto è successo. L’uomo – un trentaquattrenne palermitano che abitava in provincia di Varese con precedenti per reati contro la persona, come maltrattamenti in famiglia e stalking – si è avvicinato alla sede del gruppo televisivo, ma le guardie lo hanno allontanato. Si è avvicinato più volte, ha continuata a girare nella zona, anche pericolosamente in mezzo alla strada ed è andato avanti ad urlare si è tolto la maglietta e ha anche cercato di scavalcare la recinzione. I due vigilantes, che hanno nel frattempo chiamato le forze dell’ordine, sono usciti e lo hanno bloccato a terra, prono. Uno si è messo sopra, cercando di tenerlo fermo con un ginocchio e lui ha avuto il malore. Quando le guardie si sono accorte di cosa era successo, hanno chiamato i soccorsi e intanto hanno cercato di rianimarlo utilizzando anche il defibrillatore. L’ambulanza lo ha portato all’ospedale San Raffaele dove i medici hanno però potuto solo constatarne il decesso. La indagini, coordinate dal pm Alessandro Gobbis, sono affidate alla squadra mobile, guidata da Marco Calì, ha subito acquisito le immagini delle telecamere che hanno ripreso l’intera scena. Il pm ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e iscritto le due guardie. Un atto dovuto in vista dei prossimi accertamenti, a partire dall’autopsia.
Sarà fissata nelle prossime ore ed eseguita in settimana, probabilmente tra mercoledì e giovedì prossimo, l’autopsia sarà decisiva per stabilire cosa abbia provocato la morte dell’uomo e se l’intervento di contenimento delle guardie (non ci sono protocolli specifici in merito) abbia influito o meno sul malore che lo ha colpito.
A un primo esame non aveva ferite né traumi. Di certo le molte telecamere non mostrano nulla di simile a quanto accaduto a George Floyd, il 46enne ucciso il 25 maggio 2020 a Minneapolis da un agente di polizia che, ripreso in un video, si era inginocchiato sul suo collo per oltre nove minuti.
Inquirenti e investigatori dovranno verificare, attraverso le analisi di tutte le telecamere della zona e con la raccolta di testimonianze, se e in che modo abbia tentato di entrare nella sede di Sky a Rogoredo, quartiere alla periferia sud di Milano, Giovanni Sala, 34 anni, morto nella notte tra sabato e domenica scorsa, dopo l’intervento di due guardie giurate, una delle quali lo avrebbe bloccato a terra con un ginocchio appoggiato sulla sua schiena. E si dovrà valutare pure se quell’intervento di contenimento abbia o meno violato regole di prudenza per casi del genere.
Sono questi i punti centrali dell’inchiesta, condotta dalla Squadra mobile e coordinata dal pm di Milano Alessandro Gobbis, che vede indagati i due vigilantes per omicidio colposo. Decisiva per chiarire le cause della morte, e anche l’eventuale correlazione con l’azione delle guardie, sarà l’autopsia fissata per venerdì e che comprenderà anche le analisi tossicologiche. Al momento, dai primi esiti medico legali risulta che l’uomo, nato a Palermo e residente a Germignaga (Varese), avesse assunto cocaina e cannabis e che frequentasse un luogo di spaccio là vicino, il cosiddetto ‘bosco della droga’ di Rogoredo.
Al momento, da una prima analisi del cadavere non sono emersi segni di ferite. Pare, poi, che con alcune dichiarazioni subito dopo i fatti, i due vigilantes abbiano tentato di minimizzare la loro azione di contenimento. Le indagini dovranno chiarire se il 34enne avesse provato ad entrare nella sede dell’emittente televisiva e in che modo, anche perché quando le due guardie sono intervenute, bloccandolo a terra, l’uomo, di corporatura normale stando a quanto riferito, era vicino a delle strisce pedonali della strada davanti alla sede di Sky.
Pare che in quegli istanti l’uomo non rappresentasse un pericolo reale. Le indagini dovranno chiarire se le due guardie si siano attenute a regole di generale prudenza nel loro intervento, pur non essendoci protocolli specifici. A bloccare a terra Giovanni Sala è stata la guardia giurata più giovane (46 anni) e più corpulenta. Entrambe (l’altra ha 64 anni) riceveranno tra oggi e domani gli atti con la fissazione dell’autopsia e potranno, attraverso i loro legali, nominare dei consulenti. Se dagli esami autoptici dovesse emergere che la morte è avvenuta per asfissia, si dovrebbe poi valutare anche in che condizioni fisiche fosse e quanto abbia influito l’assunzione di droga.