A seguito delle indagini del nucleo investigativo dei carabinieri che hanno delineato l’organigramma del mandamento e individuato il reggente del clan, si è proceduto all’arresto di 18 individui.
Gli indagati nell’operazione Vento dei carabinieri del comando provinciale di Palermo sono: Giuseppe Di Giovanni, 42 anni, Tommaso Lo Presti, 57 anni, Giuseppe Auteri, 47 anni, Calogero Lo Presti, 69 anni, Giuseppe Giunta, 35 anni, Domenico Lo Iacono, 46 anni, Salvatore Di Giovanni, 28 anni, Antonino Ventimiglia, 52 anni , Roberto Verdone, 51 anni, Nicoló Di Michele, 31 anni, Salvatore Incontrera, 25 anni, Antonino Stassi, 33 anni, Giorgio Stassi, 67 anni, Andrea Damiano, 44 anni, Gioacchino Pispicia, 25 anni, Antonino Bologna, 25 anni, Gioacchino Fardella, 21 anni, Leonardo Marino, 32 anni. I 18 fermati sono stati portati nel carcere Pagliarelli.
Nell’operazione Vento che ha portato a 18 fermi nella notte dei carabinieri del comando provinciale nel mandamento mafioso della Zisa c’è un capitolo che riguarda il condizionamento del voto nel capoluogo. Il riferimento è senz’altro alle ultime elezioni amministrative. Al momento trapela ben poco su questi aspetti e nel provvedimento di fermo ci sono numerosi omissis. I boss coinvolti nell’inchiesta avrebbero procurato voti ad alcuni candidati. Certamente alcuni di loro erano sotto intercettazione ambientale o telefonica da tempo. Una conferma arriva anche da quanto intercettato a metà maggio dagli agenti della squadra mobile. Quando Giuseppe Incontrera ucciso sei giorni fa da Salvatore Fernandez aveva intenzione di fuggire perché già si sentiva braccato. Anche Di Giovanni aveva detto alla moglie, il 19 maggio scorso, spiegava che “stasera ci dobbiamo coricare là… ci vado solo io… tranquilla… pure a me dispiace ma che ci possiamo fare”.
La droga rappresenta una fonte sicura di reddito per la mafia. Una nuova conferma arriva dall’operazione Vento dei carabinieri del comando provinciale che ha portato a 18 fermi nella notte nel mandamento di Porta Nuova. I militari hanno accertato che gli uomini della cosca garantivano un servizio per i clienti attivo h24 che sarebbe stato gestito, secondo l’accusa, da Roberto Verdone. Nicolò Di Michele e Salvatore Incontrera (figlio dell’uomo assassinato alla Zisa) . In ognuna delle piazze principali di spaccio sarebbe stato individuato un capo: secondo gli investigatori, Giuseppe Giunta e Andrea Damiano al Capo e a Ballarò, Gioacchino Pispicia in via Cipressi, Leonardo Marino alla Vucciria, Antonino e Giorgio Stassi in via Regina Bianca.