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A trentacinque anni dalla sua scomparsa la Fondazione Cultura e Arte presenta una retrospettiva all’artista palermitano Antonio Cutino. Titolo dell’esposizione, a Villa Malfitano, “Antonio Cutino e la Palermo del ‘900 – Nel segno della tradizione“.
A Palermo sarà possibile ammirare, si può ben dire, una selezione di opere scelte, non solo pittoriche, che definiscono la portata creativa di Cutino.
La mostra, ideata da Giacomo Fanale, ripercorre visivamente tutto il percorso creativo di Cutino. Che copre, appunto, quasi per intero il ‘900.
Nato a New York nel 1905 egli ripercorse, al contrario, il flusso migratorio proprio di quegli anni scegliendo di vivere nella terra dove affondavano le sue radici.
L'”industriosa creatività” è sin da subito l’ambiente che respira in famiglia e che segnerà la sua fervente attività.
L’arrivo in Sicilia
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale la famiglia ritorna a Palermo e Antonio si iscrive all’Accademia. Poi andrà a Roma dove affinerà, in maniera irreprensibile, la tecnica del “nudo” per poi ritornare nell’Isola.
Pittore ma anche bozzettista pubblicitario (in mostra anche alcune di queste opere) e illustratore presso le Industrie Runite Editoriali Siciliane fu dopo la Seconda Guerra Mondiale, e una terribile malattia, che si dedicò principalmente alla pittura.
Il suo personalissimo stile lo collocò, sin da subito, nel panorama dei migliori artisti dell’epoca. Dal 1947, anno della prima personale, si susseguirono le mostre e i riconoscimenti a livello internazionale.
E fu nel suo laboratorio che Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro, di cui fa parte Cultura e Arte, da piccolo cominciò a familiarizzare con la creatività di Cutino.
Oggi questa mostra vuole essere un riconoscimento sì all’artista ma anche, sempre in linea con le attività della Fondazione, gesto di condivisione con Palermo.
La mostra, ad ingresso libero, è testimonianza del ventaglio di settori esplorati da Cutino.
Dal paesaggio alla ritrattistica, dal disegno alla natura morta; dai bozzetti pubblicitari alle vedute della città passando dai nudi di donna. Sono tutte testimonianze della poliedricità di Antonio Cutino che mostrò sempre sensibilità all’arte a servizio della società.
Le opere in mostra
La poetica di Cutino si innesta nella tradizione artistica tra fine ‘800 e inizio ‘900. Contemporaneo di Mario Mirabella, con cui condivide un attento “senso del vero” ed uno spiccato talento nell’utilizzo del colore e della luce in chiave naturalistica.
Il suo tocco risulta semplice ed armonioso, a tratti poetico o musicale come ha sottolineato la figlia del pittore, presente all’inaugurazione della mostra.
Si rileva, anche, una chiarezza sorprendente, “scevra da tentazioni simboliste tanto in voga a quel tempo” – si legge nel testo critico.
L’ingresso all’esposizione, fino al 19 gennaio 2020, è dal lunedì al sabato (10/13 – 15/18); domenica e festivi dalle 10 alle 13.