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La trentottesima giornata

Palermo ai playoff: Brunori trascina i rosa contro il Frosinone, ma non basta per placare le proteste

venerdì 9 Maggio 2025

Il Palermo è ai playoff. La vittoria per 2-0 contro il Frosinone e soprattutto i risultati di giornata hanno decretato l’accesso matematico tra le migliori otto. Una qualificazione che passa quasi in sordina a causa delle contestazioni, con la squadra fischiata anche al termine del match. A trascinare la compagine rosanero, nel momento di maggiore difficoltà è stato capitan Brunori, decisivo con una doppietta. Il club di viale torna così alla vittoria, dopo le due sconfitte consecutive e soprattutto al clean sheet dopo otto uscite.

Dopo gli stravolgimenti, in termini di interpreti, al Manuzzi di Cesena, la compagine rosanero ritrova titolari Blin, Segre e Brunori. Rosa in piena emergenza difensiva. Il tecnico toscano conferma Diakité e Nikolaou, rispettivamente come braccetto di destra e di sinistra, premiando così anche le buone prestazioni in terra romagnola. Ritrovano la maglia da titolare Baniya, chiamato a prendere il posto al centro della difesa a causa del “pesante” infortunio di Magnani, che si aggiunge a quello di Ceccaroni, e Di Francesco, ormai recuperato a pieno dopo i problemi fisici e preferito questa volta a Lund. Se a centrocampo si ricompone la coppia composta da Gomes e l’ex Lecce, in attacco si ricompatta il trio Segre-Brunori-Pohjanpalo.

Veri protagonisti di avvio match sono i cori, gli striscioni e le proteste dei tifosi palermitani. Come già avvenuto contro il Sudtirol, ultimo match casalingo, curva nord inferiore e curva nord superiore disertano gli spalti, questa volta per tutto il primo tempo. Tutti, nessuno escluso, sono bersagliati delle contestazioni: società, allenatore e squadra.

Un clima rovente che condiziona inevitabilmente la prestazione della formazione siciliana. La prima mezz’ora di gioco scorre così via tra insicurezza e scarsa cattiveria. Al Palermo manca il mordente, la grinta e l’entusiasmo che dovrebbe contraddistinguere una rosa in bilico, a due giornate dalla fine, e dal futuro incerto. Una sfida psicologicamente complessa, quella contro un Frosinone a caccia di punti per gonfiare il proprio bottino e affiggere il sigillo definitivo per chiudere il capitolo salvezze, e resa ancor più ardua da una piazza delusa e stanca dopo una stagione, l’ennesima, gettata al vento nonostante le alte ambizioni disilluse.

A soffrire maggiormente nei primi quarantacinque minuti è il centrocampo, con i padroni di casa incapaci di sopraffare l’avversario e creare la giusta superiorità numerica. Ne paga così le conseguenze Segre, costretto ad  arretrare e andare in supporto di Gomes e Blin. Il numero 8 si nota meno, è meno brillante del solito e, con grande sacrificio, si dedica più al lavoro sporco. Passaggi imprecisi, pressing poco efficace e tanto smarrimento in campo. Ed è proprio da un pallone perso dal francese nella metà campo ciociara a scatenare Ghedjemis al quarto d’ora. Il tiro a giro sul secondo palo però non inquadra lo specchio della porta. Stesso copione, pochi minuti dopo, sul tentativo di Kvernadze.

Vacillano le corsie laterali. Sulla fascia destra Pierozzi appare più in difficoltà del solito, con il freno a mano tirato in avanti, regalando pochi sprint e sfoggiando un’opaca fantasia. Poco più preciso, invece, in fase di copertura, supportato da un preciso e chirurgico Diakité, tra i pochi a convincere. E’ proprio in ripiego, lungo la fascia mancina, che arranca, ma senza troppi “danni”, Di Francesco, supportato da un Nikolaou composto e capace di portare a termine il proprio compito. Al contrario, il numero 17 si dimostra tra i più vispi in campo, con incoraggianti galoppate e tentati cross, seppur vani. Ma alla mezz’ora è proprio da una sua intuizione che il club di viale del Fante si accende, mostrando un barlume di speranza. Brunori, non si lascia scappare la ghiotta occasione, e ben servito sforna un delizioso mancino su cui Cerofolini non riesce ad arrivare: 1-0. 

La scintilla sembra ormai accesa, ma la speranza di un cambio passo svanisce in breve tempo. I rosanero si spengono nuovamente, gestendo in modo più oculare il palleggio, senza strafare e osare la giocata. Tra i più tiepidi di giornata Pohjanpalo. Il rubinetto è chiuso. Con i gialloblù sono quattro le gare in cui il finlandese non riesce più a trovare la via del gol. Uscite condizionate anche da prestazioni calanti e sempre più lontane dalle prime partite in maglia rosa.

Il rientro dagli spogliatoi regala l’inaspettato risvolto. A segnare, come di consueto, non sono gli avversari, ma i siciliani. La fascia sinistri si conferma la più dinamica e prolifica. Da una buona costruzione e avanzata, è Gomes a servire il pallone nella mischia dell’area piccola. L’inserimento e la zampata vincente del capitano beffano l’estremo difensore ciociaro: 2-0. 

Il bomber italo-brasiliano è scatenato e al sessantesimo tenta persino la magia, approfittando di un Cerofolini troppo lontano dai pali. La mira è precisa e la traiettoria perfetta, ma il numero 31, in ritardo, non si lascia scoraggiare, scacciando via la sfera da sotto l’incrocio dei pali, deviando in angolo. Appena cinque minuti dopo, però, il Frosinone rischia di accorciare le distanze, ma Audero, a tu per tu con Ambrosino, alza le barricate scongiurando il peggio.

Gli ospiti si ritagliano il proprio frangente di gara. La pressione non è eccessiva, ma sufficiente da costringere il Palermo a dover reagire in ripartenza. Se non qualche sbavatura, la retroguardia regge. Gli spazi concessi, però, sono fin troppi e i gialloblù mettono a segno anche la rete del 2-1, ma il var decreta il fuorigioco, lasciando invariato il tabellino. Dionisi optà così per la prima sostituzione al settantesimo: dentro Lund, fuori Di Francesco. Sette minuti più tardi è il tempo di Ranocchia e Di Mariano, per Segre e Diakité. Al novantesimo spazio anche per Vasic e Le Douaron, per Gomes e Brunori, avvolto dall’ovazione e dal calore del proprio pubblico dopo la brillante e decisiva vittoria di giornata. Al Barbera termina così 2-0.

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