Arriva a Palermo il Linux Day 2025, l’appuntamento nazionale dedicato al software libero e alla cultura open. Si svolgerà il 25 ottobre ai Cantieri Culturali della Zisa, con un tema che parla al cuore dell’era digitale: “Open Mobile Experience. Privacy e libertà nel palmo della mano.”
L’edizione palermitana del 2025, organizzata da Free Circle, si annuncia come un viaggio tra innovazione e diritti, con uno sguardo particolare sul mondo mobile: come proteggere i propri dati, utilizzare strumenti aperti e immaginare un futuro tecnologico più etico e trasparente.
Un viaggio tra innovazione e diritti digitali, per capire come proteggere i nostri dati, sfruttare al meglio le potenzialità del software libero e immaginare un futuro più sicuro e trasparente.
Una giornata di seminari, talk e laboratori aperti a tutti, dedicata a chi desidera riprendere il controllo del proprio dispositivo e, con esso, della propria libertà digitale.
Gli interventi previsti
Reti 5G e software libero: potenzialità e rischi di un ecosistema aperto
Negli ultimi anni, le reti di telecomunicazione hanno vissuto una rivoluzione silenziosa: funzioni un tempo riservate ad hardware specializzato vengono oggi gestite da software eseguibili su piattaforme standard.
Durante il talk “Strumenti Open Source per le reti cellulari 5G: opportunità e rischi”, verrà mostrato come sia possibile costruire e testare un’infrastruttura completa di rete 5G utilizzando strumenti liberi e piattaforme di Software-Defined Radio.
Un approccio che apre la strada a reti private a basso costo e sperimentazioni didattiche, ma che al tempo stesso solleva interrogativi cruciali su sicurezza, governance e vulnerabilità. Il 5G open source, dunque, come simbolo di libertà tecnologica, ma anche di responsabilità collettiva.
Prendere il controllo dei nostri telefoni e dargli una seconda vita!
Il talk “Prendere il controllo dei nostri telefoni e dargli una seconda vita!” racconta l’esperienza della comunità postmarketOS, progetto internazionale che sviluppa software libero per prolungare la vita dei dispositivi mobili fino al loro effettivo fine fisico, non commerciale.
Il sistema operativo postmarketOS, compatibile con oltre 500 modelli di telefoni e tablet, rappresenta una forma concreta di resistenza all’obsolescenza programmata: consente di sostituire Android o iOS con un sistema aperto, aggiornabile e sostenuto da una comunità globale di sviluppatori.
Il talk mostrerà i progetti paralleli che permettono di portare l’ambiente desktop su smartphone, le strategie di collaborazione tra team e la filosofia “upstream first” che guida lo sviluppo. Una finestra sulla possibilità, per ogni utente, di rimettere in vita ciò che l’industria considera superato.
Mobian: Debian nel palmo della mano
Con “Mobian, la sottile buccia che porta Debian sui dispositivi mobili”, si entra nel mondo di Debian Mobile, dove la solidità di una delle distribuzioni più longeve al mondo incontra l’innovazione del mobile computing.
Mobian fornisce i kernel e alcuni adattamenti specifici per il dispositivo, il resto è la normale Debian di sempre. I kernel sono generalmente molto vicini al kernel “mainline” e gli autori si impegnano a proporre le loro patch per l’inclusione nell’upstream comune.
Mobian rende disponibile, oltre allo storico ambiente Phosh basato su librerie GTK, anche l’ambiente Plasma Mobile basato su Qt (dal rilascio trixie nel 2025, anche come immagine ufficiale di rilascio stabile). Questa presentazione verterà sulla gestione dei kernel all’interno di Mobian, sull’attuale stato delle principali funzionalità su alcuni dei dispositivi supportati e sull’ambiente grafico Plasma Mobile.
Il talk offrirà una panoramica sullo stato del progetto, sulle funzionalità attive sui dispositivi supportati e su come Debian stia ridefinendo il concetto di libertà nel mobile.
Flutter, l’open source secondo Google: un modello di successo
Tra le esperienze più significative del software libero moderno c’è Flutter, il framework open source di Google per lo sviluppo multipiattaforma.
L’intervento mostrerà il ruolo della comunità di pub.dev, le pratiche di governance trasparente e il valore dell’approccio collaborativo che ha trasformato Flutter in uno strumento accessibile per sviluppatori di ogni livello.
Spazio anche all’integrazione con Linux desktop, che rende il progetto un tassello cruciale del futuro open source. Flutter diventa così l’esempio di come un modello aperto possa convivere con una grande realtà aziendale, quando la trasparenza e la partecipazione diventano motori di innovazione.
Il talk dimostrerà come Flutter incarni i principi di trasparenza e innovazione guidata dalle community, rendendolo un potente strumento multipiattaforma e un esempio di progetto Open Source fiorente.
Matrix: comunicare in modo sicuro e decentralizzato
Grazie alla crittografia end-to-end e a una struttura basata su server indipendenti, Matrix permette di comunicare in modo protetto e libero, restituendo all’utente il controllo sui propri dati.
Durante il talk si discuterà delle differenze rispetto ai modelli centralizzati delle grandi piattaforme di messaggistica, delle potenzialità di integrazione con altre reti e delle esperienze pratiche di adozione. Un invito a riscoprire il valore della privacy come bene collettivo, non come optional tecnologico.
OpenStreetMap: la mappa intelligente, umana, condivisa
A Palermo, la comunità OSM ha creato centinaia di mappe tematiche (uMap) dedicate a mobilità, sicurezza stradale, patrimonio storico e memoria civile. Ora, grazie all’integrazione con l’Intelligenza Artificiale, OSM evolve in una piattaforma ancora più dinamica, capace di combinare partecipazione umana e automazione etica.
Una riflessione su come la conoscenza condivisa del territorio possa diventare motore di cittadinanza attiva e innovazione.
Smartphone liberi (o quasi): un mondo senza Google è possibile?
Il talk “Smartphone liberi (o quasi). Senza Google si può?” affronterà una delle domande più scomode del digitale contemporaneo: quanto siamo davvero liberi nell’uso del nostro telefono?
L’obiettivo: restituire agli utenti la consapevolezza che esistono alternative concrete e che la libertà digitale non è un lusso per esperti, ma un diritto di tutti.
Per tornare a casa con la consapevolezza che installare app meno note, ma più rispettose di noi stessi è più facile di quanto sembri: bastava sapere che non esiste solo il play store di google, ma altri canali (store) che hanno la mission del software libero… ed esistono smartphone etici!
Tor sui dispositivi mobili, l’anonimato in movimento: casi d’uso, stato dell’arte e anticipazioni
Il progetto Tor è da anni sinonimo di anonimato e libertà in rete. Nel talk “Tor sui dispositivi mobili: casi d’uso, stato dell’arte e anticipazioni”, i relatori analizzeranno la presenza crescente di Tor nei sistemi mobili, in un mondo dove per miliardi di persone lo smartphone è l’unico punto di accesso a Internet.
Verranno presentate le soluzioni più efficaci per navigare in sicurezza, evitare la sorveglianza, difendersi dalla censura e mantenere un equilibrio tra usabilità e anonimato. Tor, in questo contesto, non è solo uno strumento tecnico, ma un manifesto politico della libertà digitale, capace di evolversi insieme ai bisogni reali delle persone.
Linux Day 2025 Palermo: laboratorio aperto di “consapevolezza digitale”

Il Linux Day 2025 ai Cantieri Culturali della Zisa sarà dunque un laboratorio aperto di consapevolezza digitale. Una giornata per imparare, condividere e sperimentare, ma soprattutto per capire che l’innovazione non è soltanto una questione tecnologica: è una scelta culturale e politica.
Tra stand, talk e incontri, Palermo diventerà per un giorno il centro dell’open source. Un’occasione per avvicinare nuovi utenti, creare connessioni tra sviluppatori e cittadini, e dimostrare che la libertà digitale è una responsabilità collettiva.
Abbiamo chiesto all’organizzatore dell’evento a Palermo, Marcello Masotto, di fare il punto della situazione sulla marcia di avvicinamento alla giornata ai Cantieri Culturali del 25 ottobre.

“Possiamo dire oggi che Linux ha vinto “silenziosamente”, sui server, cloud, supercomputer, networking, IoT e dispositivi Android, dominando con oltre il 90% delle installazioni. Il paradosso è che in questi sistemi il codice libero è ovunque, ma il spesso il controllo non lo è”, dichiara Marcello Masotto.
Che aggiunge: “Gli utenti medi hanno abbandonato il concetto di “computer personale” per passare agli smartphone come dispositivi ancora più personali che però implicano servizi centralizzati e tracciamento costante”.
“Durante il Linux day 2025 – Open Mobile Experience: privacy e libertà nel palmo della mano si parlerà, anche quest’anno, di software libero, sovranità tecnologica, trasparenza e diritti digitali, questa volta focalizzando l’attenzione sui dispositivi mobili per un uso più consapevole e magari più libero, sarà un’occasione di confronto e informazione per i cittadini e gli appassionati della comunità palermitana”, conclude Marcello Masotto.
Per approfondire l’evento, ilSicilia.it ha intervistato Francesco Bonanno, presidente di Free Circle, che racconterà la visione alla base del evento ai Cantieri Culturali alla Zisa, il ruolo dell’associazione nel promuovere la cultura del software libero in Sicilia e le prospettive future del movimento open source.
Un’occasione per approfondire come la libertà digitale possa diventare, davvero, una pratica quotidiana.
Intervista a Francesco Bonanno, presidente di Free Circle
Presidente Bonanno, quale visione guida Free Circle nell’organizzazione del Linux Day 2025 e che valore ha oggi questa ricorrenza per la comunità del software libero?

“Noi siamo fan della libera conoscenza, nella sua totalità, non singole specifiche discipline. Questo è ben visibile nelle nostre attività, perché teniamo a diffondere la nostra passione per il FLOSS e le libertà digitali a tutti, il più possibile.
Nello stesso spirito di diffusione della conoscenza, cerchiamo di fare sì che i Linux Day abbiano dei temi che siano potabili sia al pubblico tecnico che a quello che parta da zero, per includere tutti indifferentemente dalle basi di partenza. Avendo questo obiettivo in mente, abbiamo poi preso in considerazione macrotemi attuali nei quali i partecipanti potessero riconoscersi ed immedesimarsi, che potessero fare breccia nella quotidianità di tutti.
Il Linux Day è momento di confronto, incontro, partecipazione sociale cittadina e comunitaria, e perché no, di crescita. È per la maggior parte delle community è l’evento principale delle loro attività. Direi che ha un valore di “necessità”, in un mondo dominato da software proprietario e vendor lock-in, che vorrebbe l’utente legato a doppio filo al software e l’hardware che usa per il proprio lavoro e la propria vita, senza avere possibilità di svincolarsi da ciò”.
L’edizione palermitana del Linux Day ha sempre un’impronta partecipativa e comunitaria. In che modo questa filosofia si traduce nell’organizzazione e nel coinvolgimento del pubblico?
“Bisogna tenere conto che la macchina organizzativa per l’evento, mentre si organizzano anche le altre attività, parte già da almeno Febbraio. Ci sono da organizzare, il tema dell’evento, i locali per l’evento, il materiale per i partecipanti, il tema grafico dell’evento, ovviamente i relatori, diverse cose.
Una parte importante comunque sono gli enti patrocinanti, gli sponsor, gli altri enti del Terzo Settore nostri amici che condividono con noi la stessa nostra “mission”, e che ci permettono di materialmente mettere in piedi l’evento ed arricchirlo, anche con attività e mini-workshop anche collaterali rispetto alle presentazioni del programma.
Questo per sottolineare una cosa, il nostro scopo non è fare “numeroni”. Non siamo un’agenzia pubblicitaria o dei content creator. Ma, il nostro impegno è tale perché da un lato realmente crediamo nello scopo sociale del Software Libero.
E siccome abbiamo veramente cose interessanti da voler divulgare agli altri, se non avessimo un pubblico al quale dare queste conoscenze, non arriveremo allo scopo sociale di divulgare il Software Libero e le libertà digitali! Ecco perché alla fine, ogni anno, grazie al nostro impegno riusciamo a raggiungere comunque un numero considerevole di partecipanti”.
Al Linux Day di Palermo si parlerà di smartphone, privacy e libertà degli utenti sui loro dispositivi mobili. Quanto pesano oggi questi temi nel dibattito su etica e sostenibilità digitale?
“È fondamentale tenere conto che praticamente il mercato si divide in device Apple e device Android/Google senza che vengano date altre alternative. Messo che si fa il nesso subito con Apple ed il software proprietario, bisogna fare caso al fatto che le distribuzioni di Android condividono un sorgente comune Open Source, ma molti produttori usano poi componenti proprietarie al loro interno…e la maggior parte dei device Android usa i servizi Google per poter fare cose banalissime, come poter installare nuove app, per via dell’accesso allo store tramite un account Google, come per i servizi di localizzazione, backup di alcune app, e tanto altro.
Ed i servizi Google NON sono Software Libero! Per questo si parla anche di deGooglizzazione, ovvero dell’uso di distribuzioni Android senza servizi Google! Il problema è come sempre, che questi sistemi così costruiti, hanno possibilità di poter avere accesso ai propri dati sensibili, come poter decidere cosa poter installare e non o far funzionare e non sul proprio smartphone.
Chi garantisce che i servizi proprietari del proprio telefono non stiano segretamente spiando l’utente? Perché l’utente non può semplicemente installare le applicazioni che desidera sul proprio dispositivo, anche se l’ha modificato per adattarlo alle proprie esigenze?
Il problema di lasciare fare a Google ed Apple, ma alle GAFAM in generale, ai produttori in seconda istanza, è un problema etico che riguarda la privacy, possibilmente anche la sicurezza dell’utente, e senza ombra di dubbio il diritto dell’utente di poter usare il device che ha regolarmente acquistato come preferisce, senza interferenze dell’azienda che glielo ha venduto.
E, parlando di obsolescenza programmata, decisamente diventa un problema di sostenibilità digitale, non solo parlando di diritti dell’utente, ma anche di durata del dispositivo in se per se, che potrebbe essere utilizzato per più a lungo, piuttosto che finire in una discarica a contribuire all’e-waste”.
In Sicilia il movimento open source è in crescita. Quale ruolo può avere Free Circle nel rafforzare questa evoluzione, tra mondo del lavoro, formazione e informazione alla cittadinanza nei territori?
“Cerchiamo sempre, nei limiti di noi Soci, di poter fare sempre più attività che portino alla formazione di cittadini consapevoli dei propri diritti digitali, e alla libera circolazione della conoscenza del software FLOSS.
Abbiamo più volte collaborato con scuole, abbiamo fatto un evento con l’Aeronautica Militare di Marsala, attività all’Università. Tra gli enti patrocinanti abbiamo sempre avuto il Comune di Palermo, l’Università degli Studi di Palermo, da un po’ di tempo a questa parte l’Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale della Regione Sicilia, l’edizione scorsa il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
E dove possibile, cerchiamo sempre di fare rete con le altre realtà a noi affini, presenti nel territorio, per fare fronte comune sulla libera circolazione delle idee e delle competenze. Quindi, direi che siamo fortunatamente un buon faro per chiunque voglia sapere di più del mondo del Software Libero ed Open Source”.
Guardando avanti, quali obiettivi si pone Free Circle per rafforzare la cultura del software libero in Sicilia e in Italia?
In un caso, perché nelle scuole ci stanno sia i docenti che insegnano ai propri alunni, e li istruiscono anche all’uso degli strumenti digitali, e questi saranno i cittadini adulti di un domani, e nell’altro perché gli enti pubblici sono il cuore pulsante della struttura dello Stato, con il quale noi cittadini abbiamo più a che fare.
Si spera che, nel nostro piccolo, tutto questo riesca a contribuire a cambiare in meglio le cose, per tutti. Perché i diritti, anche quelli digitali, non riguardano le singole persone, ma l’intera comunità. Sicuramente, non smetteremo di lavorare nel territorio, cercheremo di tessere sempre di più la nostra rete di contatti con gli altri enti a noi affini, e continueremo a lavorare nel territorio, per il territorio, per quello che più ci piace: la diffusione della conoscenza e del Software Libero.”