Da domani, primo marzo, a Palermo nessuno si occuperà più della manutenzione stradale. Già da tempo era bloccata quella straordinaria, che era stata esclusa dal nuovo contratto con la Rap. Adesso, però, il capoluogo sarà sprovvisto anche del servizio minimo tappabuchi o, meglio, tappa “buche”.
L’ordinanza 196 firmata dal sindaco Lagalla, che garantiva retroattivamente la manutenzione minima ordinaria affidandola all’azienda di piazzetta Cairoli, è scaduta il 31 dicembre 2022. La Rap, che ha continuato in questi due mesi a garantire lo stretto indispensabile, da domani, primo marzo, cesserà ogni attività in questo senso.
“È un fatto gravissimo – ha sottolineato oggi in seduta di consiglio comunale il capogruppo di Progetto Palermo, Massimo Giaconia -, soprattutto perché dalla giunta non arriva nessun segnale per il futuro. Non è stata prevista una nuova ordinanza di proroga. Allo stesso tempo, non è fattibile un ipotetico affidamento provvisorio del servizio a Rap perché con una clausola è stato escluso dal nuovo contratto di servizio. L’unica via è quella dell’accordo-quadro da 46 milioni per le manutenzioni che era stato predisposto dalla giunta Orlando. E che è fermo all’Ufficio regionale per l’espletamento di gara per l’appalto di lavori pubblici (Urega). Il problema è che, in questo caso, l’affidamento non sarebbe immediato. Non si potrebbero far iniziare gli interventi se non dopo l’estate“, afferma.
E, nel frattempo, cosa succederà? In una città che è un colabrodo dal centro alle periferie, anche una nuova piccola voragine del manto stradale non potrà essere sistemata per mesi, con il rischio che il Comune debba pagare anche quanti tra i cittadini subiscono un danno personale o ai propri veicoli: “Alla prossima conferenza dei capigruppo – conclude il suo intervento Giaconia -, chiederò di dedicare una seduta di consiglio all’argomento, alla presenza dell’assessore Totò Orlando e del capoarea, l’ingegnere Dario Di Gangi, perché l’amministrazione sembra poco attenta alle esigenze della città“.