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Palermo: bufera sul no a Decathlon, Ferrandelli: “Comune scandaloso, Orlando trovi una soluzione”

mercoledì 17 Giugno 2020

«Con riferimento al rigetto di una istanza presentata al SUAP da una società per azioni locale, asseritamente destinata ad un punto vendita del noto brand “Decathlon” nella zona di Partanna, gli uffici hanno comunicato che la stessa istanza è stata rigettata in quanto la destinazione urbanistica dell’area, classificata come D1, la rende incompatibile con attività che non siano esclusivamente “industriali, artigianali e simili”. Tale interpretazione degli uffici del SUAP è stata suffragata anche da un parere reso dall’Avvocatura comunale». 

Attraverso questa nota il Comune di Palermo spiega il suo NO al progetto di Decathlon nell’area dell’ex Coca Cola in via Nicoletti.

“Nessuna valutazione di tipo politico o di altra natura – spiega l’Assessore Leopoldo Piampiano – può e deve interferire con una valutazione tecnica e di legittimità formale che compete unicamente agli uffici, che hanno correttamente sottoposto questa pratica ad un’analisi approfondita e circostanziata.”

“Siamo ovviamente contenti del fatto che nel tempo Palermo abbia riconquistato un interesse per gli investimenti e per i grandi brand, come testimoniato dall’avvio di tante attività commerciali in questi anni – afferma il sindaco Leoluca Orlando – ma soprattutto e ancor di più in un momento come questo in cui il rispetto di regole è un imperativo, nessuna attività economica, piccola o grande, tradizionale o innovativa può essere al di sopra della normativaL’Amministrazione comunale è sempre aperta al dialogo con quanti vogliano investire in città e creare nuove opportunità di sviluppo, purché ciò avvenga in quadro certo di attenzione per la normativa urbanistica e per la pianificazione della città”. 

BUFERA IN CONSIGLIO COMUNALE

ferrandelli-vs-orlando Il leader dell’opposizione Fabrizio Ferrandelli (+E) ha presentato un’interrogazione: “Grave perdita economica. Accerterò responsabilità politiche, un sindaco non deve dire sempre no, ma trovare soluzioni e alternative”.

“Uno dei compiti più importanti di un’amministrazione che si rispetti, oltre a garantire l’efficienza ed efficacia dei servizi, che a Palermo non mi sembrano ben resi e garantiti, dovrebbe essere quello di creare condizioni e opportunità per la ricchezza del territorio. Proprio per questo, stamane, ho presentato un’interrogazione in Consiglio comunale per fare chiarezza sulla vicenda del diniego delle autorizzazioni per l’apertura del colosso di abbigliamento Decathlon“.

“Nella stessa interrogazione chiedo chiarezza anche su Ikea, altro grande asset economico per la città ed ennesima occasione perduta. Ritengo sia importante chiarire le responsabilità politiche, che sono indipendenti e vanno oltre le conformità urbanistiche. Infatti – precisa – è utile che i palermitani conoscano quali provvedimenti, atti di indirizzo ed interventi la giunta e il sindaco, abbiano messo in campo per favorire la creazione di questi due punti vendita e quali altri provvedimenti sostitutivi ai siti di interesse si sarebbero potuti mettere in campo per consentire queste opportunità. Nello specifico, infatti, potrebbe anche non essere stata consona la scelta dell’area dell’ex Coca-cola, potrebbe perfino essere condivisibile il diniego, ma è scandaloso che un’amministrazione non si preoccupi di trovare siti alternativi e che non prospetti diverse alternative al fine di consolidare una proposta commerciale che avrebbe potuto portare prestigio ed attratività economica per tutta la Sicilia occidentale. Una delle ricadute più gravi è di certo la perdita di centinaia di nuovi opportunità lavorative, in una Palermo affamata di lavoro e depressa economicamente. Compito di un Sindaco – conclude Ferrandelli – non è soltanto quello di dire no, ma soprattutto quello di approfondire, incontrare le parti e trovare altre soluzioni e metterle in campo. Mi spiace dover ammettere con franchezza che non sono per nulla stupito. Conoscete il mio giudizio negativo su un sindaco che non amministra la città”.

Presidente Ance Palermo Massimiliano Miconi
Presidente Ance Palermo, Massimiliano Miconi

ANCHE L’ANCE CONTRO IL COMUNE

“Nella vicenda Decathlon, ciò che risulta veramente inaccettabile e mortificante, è il fatto che il parere negativo alla sua realizzazione arrivi dopo due anni”. Ad affermarlo è il presidente di Ance Palermo Massimiliano Miconi, dopo che l’amministrazione comunale ha negato il permesso di costruire all’azienda “per incompatibilità urbanistica”.

“Non vogliamo entrare nel merito delle motivazioni del Comune – continua Miconi – ma porre l’attenzione sulla questione tempi della burocrazia che mettono in evidenza l’inefficienza del sistema contro la quale ci battiamo da tempo. Non può esserci sviluppo in una città in cui una pratica necessita di due anni per avere un parere, anche negativo; dunque qualcosa nel sistema degli uffici del Comune va assolutamente cambiato. Il nostro compito, come associazione, – conclude il presidente di Ance Palermo – è quello di tutelare le nostre imprese, che rappresentano professionalità sane e posti di lavori. La realizzazione di questo megastore sarebbe stata fatta, inoltre, con imprese e maestranze locali: l’ennesima opportunità persa per Palermo”.

 

LE ALTRE REAZIONI:

Edoardo De Filippis e Leoluca Orlando“Venti milioni di euro di investimenti e centinaia di posti di lavoro previsti vanno salvaguardati: l’amministrazione comunale trovi una soluzione per scongiurare l’ennesima occasione persa di sviluppo economico e commerciale per la nostra Palermo”. Lo afferma Eduardo De Filippis, coordinatore cittadino di DiventeràBellissima, commentando il diniego dato dallo Sportello Unico a Decathlon per la realizzazione di un punto vendita nell’ex stabilimento Coca Cola.

“E’ chiaro a tutti che i dirigenti del Suap non comprendano ancora quanto sia fondamentale mediare per risolvere i problemi a chi oggi vuole fare impresa – aggiunge De Filippis – È assurdo attendere due anni per avere un parere o un giudizio, e inoltre ad esempio per la realizzazione del centro Conca d’Oro in una zona adiacente e in un’area simile sottoposta a vincolo non si parlò di incompatibilità urbanistica, anzi nel giro di pochi mesi si ottennero tutte le autorizzazioni e varianti del caso”.

 

 

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