“Ho volutamente evitato finora di prendere posizioni sulle polemiche scoppiate nei giorni scorsi in merito alla partecipazione di Fabrizio Miccoli, su cui in passato ho già espresso un giudizio netto, alla partita di battesimo del nuovo Palermo. Sono stata molto orgogliosa – afferma Maria Falcone – della reazione di tanti cittadini che, evidentemente, non hanno dimenticato le parole offensive che l’ex giocatore pronunciò nei confronti di Giovanni Falcone. Oggi, però, mi rattrista leggere le dichiarazioni del presidente del Palermo Calcio Mirri. Sostenere che lo sport, il pallone non c’entri nulla con certi temi è un errore, soprattutto se viene da un palermitano che dovrebbe sapere cosa la mafia e la mentalità mafiosa abbiano rappresentato e rappresentino per questa città e quanto certe scelte nella nostra terra possano essere lette come segnali. Mirri dice che lui si occupa di pallone e che lascia i giudizi alla magistratura”.
Sono le parole di Maria Falcone, la sorella di Giovanni Falcone e presidente dell’omonima fondazione, che replica alle affermazioni che erano state rese da Dario Mirri in merito alla presenza di Fabrizio Miccoli alla partita fra il Palermo e le leggende rosanero in programma questa sera. “Ho invitato Miccoli solo a una partita di calcio e sto parlando solo di calcio. La valutazione su Miccoli fuori dal campo non spetta a me – aveva detto Mirri – ma alla magistratura che potrà dare un giudizio definitivo”
Dichiarazioni, che non sono piaciute alla sorella del giudice assassinato dalla mafia: “Voglio ricordare a Mirri che la magistratura si è occupata di Miccoli, che è stato infatti condannato per i reati commessi. Ma oltre al profilo penale, che certamente spetta ai giudici valutare, esistono questioni come la morale che dovrebbero riguardare tutti i cittadini, imprenditori compresi. Affermare la neutralità dello sport rispetto a certi argomenti è un errore, soprattutto considerato che alcuni personaggi per molti giovani diventano un modello di comportamento”.
LEGGI ANCHE:
Palermo calcio: il ritorno di Toni al Barbera, Miccoli e la questione morale