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A Palermo, città con una forte vocazione turistica, è possibile fare un tour dei monumenti immersi in diverse forme di degrado.
A fare le segnalazioni l’associazione comitati civici Palermo che, non trascurando nemmeno i particolati, quotidianamente denuncia alle autorità competenti tutte le varie situazioni che si presentano, richieste che la maggior parte delle volte rimangono inascoltate.
Il tour comincia, con delle foto scattate da Carmelo Esposito, componente del direttivo dell’associazione, che “documentano in modo crudele la pochezza dei nostri amministratori, sia a livello locale che regionale”, scrivono dalla stessa associazione.
“Come potremmo definire lo stato del giardino dall’altisonante nome di “Giardino Culturale Dinamico – Passage to Mediterranean” di piazza del Parlamento? Poco tempo fa gli articoli, le foto e le passerelle del primo giugno scorso“.
“Dalla stampa abbiamo appreso che il giardino é stato fondato su iniziativa dell’Assemblea regionale Siciliana, della Fondazione Federico II in collaborazione con Fondazione Radicepura nell’ambito di Radicepura Garden festival, biennale del giardino mediterraneo, simbolo di dialogo fra culture. Ma la realtà è quella che vedete oggi: piante morte, erbacce ovunque, tutto abbandonato. Dopo i festeggiamenti hanno dimenticato un piccolo, irrilevante particolare, e cioè che qualsiasi pianta per vivere ha bisogno di essere innaffiata e curata“, aggiungono.
“Invece anche qui, nonostante le nobilissime dichiarazioni su interculturalità, accoglienza, ponti sul Mediterraneo, nessuno ha mosso un dito per prendere un tubo e dare un poco d’acqua a queste piante. Adesso è tutto un disastro, un cimitero di sterpaglie davanti al Palazzo Reale, che ha visto ben altre stagioni di gloria e non il vergognoso declino che caratterizza questo periodo della vita della nostra città“, dicono dall’associazione.
Il tour continua con la vetrata che ricopre e custodisce i mosaici rinvenuti a piazzetta Sett’Angeli: “Era il 17 agosto 2017 quando scrivemmo un post pieno di gioia per un risultato ottenuto in una città dove l’ordinario merita di essere festeggiato: “La cittadinanza attiva registra ancora un successo. Dopo le proteste e la fitta corrispondenza intercorsa con diverse strutture pubbliche, ed a seguito della proposta di prenderci carico a spese nostre della pulizia della vetrata che ricopre e custodisce i mosaici rinvenuti a piazzetta Sett’Angeli, oggi si è verificato un piccolo miracolo. Il nostro Carmelo Esposito ha immortalato il sito finalmente tornato al suo splendore!“, scrivevano nel 2017 dall’associazione comitati civici Palermo.
“La pulizia fu eseguita a cura degli impiegati del Polo Archeologico di Palermo, esattamente 4 di loro, fra ingegneri e dottoresse, che armati di stracci e spazzole ripulirono con infinito amore quel sito che è un tesoro da custodire. Le istituzioni invece se ne sono strafregate, come di consueto, e la situazione odierna lo conferma“, aggiungono.
“Infatti, dopo due anni esatti Carmelo Esposito ha documentato la situazione in cui versa il sito archeologico alle spalle dell’abside della nostra Cattedrale. La teca, che serve per proteggere pavimentazione e mosaici di un’abitazione privata risalente alla fine del primo secolo dopo Cristo, è in condizioni deplorevoli. Ci sono diversi vetri rotti, tutti sono appannati dalla polvere e dal guano degli uccelli, mentre all’interno si intravedono cartacce varie. All’esterno resti di bottiglie rotte ed in prossimità della rastrelliera per le bici l’immancabile erba alta. Chiederemo che venga ridata dignità a questo luogo, dove i turisti non riescono nemmeno ad intravedere attraverso la spessa patina di sporcizia il frutto di un lavoro paziente e lunghissimo di tanti studiosi per riportare alla luce testimonianze preziose del nostro passato“, proseguono.
Il giro turistico procede e questa volta ci troviamo davanti a palazzo Sant’Isidoro, tra la via Sant’Isidoro e la via del Celso.
Dal sito della Città Metropolitana di Palermo si legge: “Il Palazzo del Marchese Sant’Isidoro – del Castillo è sito tra la via Sant’Isidoro e la via del Celso nella contrada, così detta, della “Guilla” proprio nei pressi di quella che era la riva sul fiume Papireto e dove gli arabi avevano costruita una porta cittadina: la “Porta Sant’Agata”. Il termine “Guilla” deriva dalla parola araba “wadi” che significa: riva – fiume”.
“Le notizie storiche sul palazzo sono scarse – scrivono sempre dall’associazione – La fabbrica di impianto manieristico è stata innalzata alla fine del ‘500 dal Marchese Diego del Castillo. Nel settecento, il palazzo, ha avuto una grossa trasformazione, specie negli interni, ed è passato alla famiglia De Cordoba. Dopo la morte dell’ultima Marchesa: Maria del Castillo di Sant’Isidoro. Di recente il palazzo è stato restaurato ed è usato come abitazione privata. All’esterno su via Sant’Agata alla Guilla, risalta il monumentale portale tardo cinquecentesco a bugne verrucate di stile manierista“, spiegano dall’associazione.
“Quello che abbiamo osservato oggi, invece, è desolante. Tante lattine di cibo per gatto insozzano resti di antiche costruzioni che si intravedono dal piano stradale. Chissà se la Soprintendenza è a conoscenza di quello che vedono i turisti e che ci ha lasciato veramente senza fiato!“. Le foto questa volta sono state scattate da Elena Dolce.
Il tour a questo giro si ferma nell’antica fontana che si trova a piazza Pretoria, dove i turisti puntualmente siedono trasgredendo un preciso divieto esposto in più punti vicino alla Fontana. “Durante tutto il tempo che sono stato lì, circa un’ora, mai nessuno della Polizia municipale è intervenuto“, documenta Carmelo Esposito, “che poco tempo fa è stato identificato da un vigile urbano per avere richiesto il suo intervento a salvaguardia della nostra preziosa e fragile fontana Pretoria”, raccontano dall’associazione, “Non spetta ai cittadini fare rispettare un divieto imposto dal Comune, che sia chiaro! Eppure nulla succede, le proteste dei cittadini dotati di senso civico scorrono come acqua e non lasciano il segno. Scriveremo ancora una volta, dopo avere mostrato a tutti cosa succede nel breve spazio di sessanta minuti. Quei marmi sono stati già danneggiati dal tempo, dal calcare e dall’incuria. Non devono essere calpestati dai piedi dei turisti, né devono sopportare il peso dei loro sederi, ancorché leggiadri”, concludono dall’associazione comitati civici Palermo.