A finire sul banco degli imputati, non solo il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Nell’analisi impietosa del quadro politico che in questi giorni vede protagonista il Comune di Palermo, Cesare Mattaliano, Presidente della Commissione speciale Garanzia e Trasparenza ed esponente di +Europa, tira in ballo alcuni pezzi della maggioranza anche di governo, in primis Italia Viva.
Un malcontento già palesato dal primo cittadino che, dopo la bocciatura del bilancio consolidato e del piano triennale delle opere pubbliche con l’astensione dei renziani, suggerisce e attende le dimissioni dei due assessori, Leopoldo Piampiano e Toni Costumati (quest’ultimo nominato meno di un mese fa). Un’attesa che potrebbe finire con una rimozione forzata da parte di Orlando che non ha digerito l’ipotesi renziana di azzerare la giunta comunale e seguire il modello del governo nazionale Draghi, con l’apertura alla Lega.
“Quello che è successo qualche giorno fa – dice Mattaliano – è solo la punta di un iceberg. La maggioranza è sempre più sfaldata, non ha votato gli atti e quando lo faceva lo faceva in maniera risicata. Molti, rendendosi conto del disagio sociale ed economico, stanno facendo le valigie per non attribuirsi responsabilità”
Nello specifico, Mattaliano fa riferimento a quanto accade e sta accadendo ai vertici di alcune aziende partecipate del Comune in quota Italia Viva. Dalla Rap, con Giuseppe Norata il cui operato nella gestione rifiuti in città è stato ampiamente criticato dal sindaco, a Michele Cimino, presidente di Amat alle prese con l’ultima vertenza dei lavoratori che vedono compromesso il loro futuro, nulla fa ben sperare in una conclusione positiva della crisi che anzi lascerebbe spazio a due ipotesi. La prima, provocatoria, la lancia lo stesso Orlando che dice: ” Meglio un governo di minoranza che continuare con questo logorio”. La seconda, suggerita da Mattaliano, si appella invece a un senso di responsabilità delle opposizioni che, pur non entrando in giunta, voterebbero i singoli provvedimenti sempre se in linea con il proprio programma e per il bene della città.
“La richiesta del sindaco al senso di responsabilità, arriva con ritardo. Secondo me, vedere che le cose peggiorano di giorno in giorno, sapere che non si chiuderà in bilancio, vedere crollare aziende e approvare l’inevitabile aumento della Tari è un passo indietro nelle responsabilità che va in capo al sindaco ma anche alla maggioranza. Pensare a una maggioranza come propone Italia Viva con dentro tutti, modello Draghi, mi sembra una follia e noi non ci stiamo assolutamente”.
Mattaliano rimane scettico sia sull’ipotesi di un azzeramento della giunta che sull’ampliamento della maggioranza. “Posso rispondere di quello che non faremo noi, dalle dichiarazioni degli altri mi sembra improbabile. Mi pare più logico dare vita ad atti amministrativi per dare un segnale, votare atti di responsabilità. Siamo al capolinea e dobbiamo fare gli ultimi atti di grande respiro. Non vogliamo che si consegni una città in fiamme”
Critico anche di fronte alle accuse mosse da Orlando che ha definito il Consiglio comunale in stato confusionale.“Il consiglio non è mai stato messo in condizione di operare bene. Abbiamo sempre ricevuto atti caotici, da approvare con la spada di Damocle. Lo stato confusionale è legato alla maggioranza del sindaco”
Infine Mattaliano è tornato sulla vicenda del Presidente del Consiglio, Totò Orlando. “Nella nota firmata anche da me, si voleva aprire un confronto per calendarizzare da qui a un anno, atti importanti. Dopo qualche ora, la risposta del Presidente è stata garbata e dai toni istituzionali ma il malessere serpeggia“.
Insomma, restano pochi gli spiragli per rimarginare la frattura a Palazzo delle Aquile. Sullo sfondo, il tema della pandemia. Venerdì la Commissione Garanzia e Trasparenza, sentirà il Commissario per per l’Emergenza Covid, Renato Costa. Al centro, i dati sui contagi “ballerini”in città.