La bomba d’acqua che ha colpito Palermo nella giornata dedicata a Santa Rosalia ha provocato ingenti danni e, per fortuna, si è accertato che non vi sono state vittime. La paura, però, è stata tanta e dalle immagini televisive si leggeva perfino il terrore nei volti delle persone rimaste coinvolte nella bufera. Un evento terribile, mai visto in questa dimensione e con questa violenza.
Se da un lato appare ingeneroso attribuire al Sindaco Orlando la responsabilità per le conseguenze provocate dal nubifragio, tuttavia appare evidente che qualcosa non ha funzionato negli enti preposti alla tutela della sicurezza dei cittadini.
A cominciare del Comune poiché si sa da anni che basta un semplice acquazzone che dura un po’ di più perché intere borgate e quartieri come Mondello, Pagliarelli, Santa Maria di Gesù, Guadagna, per citarne solo alcuni, diventino dei laghi.
La protezione civile ha segnalato in tempo il grado di pericolosità che si annunciava?
L’Amap ha svolto il suo compito di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrica e fognaria?
La magistratura ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità per cui attendiamo le conclusioni del lavoro dei magistrati.
Sono, però, evidenti le ripercussioni sul piano politico, e soprattutto sociale, che l’avvenimento ha provocato.
Le opposizioni, infatti, com’era prevedibile hanno colto la palla al balzo per sferrare con lo stile e le forme a loro più congeniali, un nuovo durissimo attacco al Sindaco e all’amministrazione comunale.
Non mancherà certo a Orlando la capacità di fronteggiare questi attacchi, anche se questa volta farebbe bene a cogliere gli elementi positivi, se ve sono, che anche da queste critiche possano venir fuori.
Quello che, invece, colpisce in questa drammatica vicenda è la reazione, la rabbia, la collera della gente anche da parte di coloro che avevano riposto grande fiducia nel sindaco, mostrandola non solo con il voto, e che oggi si sentono delusi e traditi.
I danni e i disagi provocati dalla bufera, oltre alla paura e al senso d’impotenza, sono stati la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
La città si sente abbandonata!
I cittadini sono sommersi dall’immondizia, intere zone trasformate in discariche, lavori stradali che non finiscono mai, servizi pubblici che non funzionano, fino allo scandalo dei cimiteri dove non si capisce perché non si sono avviate le procedure per la costruzione del nuovo cimitero previsto dal piano regolatore.
Che succede poi nelle aziende collegate che mostrano una totale inefficienza, a cominciare dalla Rap, per non parlare del Corpo dei vigili urbani dove l’ex comandante, uno dei funzionari più legati a Orlando, rifiutò il rinnovo dell’incarico perché non gli furono concessi poteri speciali, a suo avviso l’unico modo per governare il Corpo.
Orlando non può ignorare tutto questo e il malessere che si va diffondendo sempre più in città.
Alla luce di tutto questo è necessario, come si diceva una volta, uno scatto d’orgoglio e misure radicali se si vuole fronteggiare l’emergenza che si è determinata.
Cambiare la squadra che finora ha collaborato con il sindaco, cambiare i vertici delle aziende che non si sono mostrati all’altezza del compito, come dimostrano le continue diserzioni, sarebbero i primi segnali da mandare alla città.
Azzerare la giunta, quindi, e chiamare alla guida dell’amministrazione figure nuove, autorevoli e competenti, al di là delle appartenenze, come un tempo amava ripetere il sindaco.
Se tutto questo non si dovesse realizzare l’alternativa sarebbe una lenta agonia di questa esperienza politica e amministrativa. A questo punto sarebbe meglio chiuderla qui e rassegnare le dimissioni che rappresenterebbero per Orlando non una resa ma un atto d’amore per la città e che la città capirebbe.