IlSicilia.it aveva posto l’interrogativo non più tardi del 7 agosto: La città di Palermo è pronta a ricevere la tanto attesa pioggia? Undici giorni dopo è giunta la risposta: no. Ieri, il capoluogo siciliano è stato investito da un’ondata di maltempo che, oltre a dare un po’ di tregua dal caldo afoso e a spegnere sul nascere le idee folli di piromani e criminali, ha portato con sé piogge che hanno rimpinguato gli assetati invasi della provincia. E nelle prossime ore dovrebbero arrivare ulteriori temporali a rafforzare il quantitativo d’acqua caduto in questo weekend di Ferragosto. Insomma, una vera e propria manna dal cielo in un periodo di siccità del genere. Ma come prevedibile, purtroppo, la città ha riportato anche conseguenze negative, ovvero i classici allagamenti che si verificano in corrispondenza dei primi temporali estivi.
Da Vergine Maria a Mondello: Palermo affonda fra gli allagamenti
Palermo ha dovuto fare i conti con l’ennesima ondata di allagamenti. Mezza città è finita sott’acqua. Da Vergine Maria a Mondello, da Partanna a Baida passando per Borgo Nuovo e Ciaculli. Nonostante il quantitativo di pioggia sia stato tutto fuorché eccezionale, alcune strade di Palermo si sono trasformate in veri e propri fiumi. Scene già viste ma che ricalcano l’accento, laddove ce ne fosse bisogno, sui problemi idrogeologici del capoluogo siciliano. Gli interventi più critici hanno interessato le borgate marinare.
Paura in via Vergine Maria, davanti al cimitero dei Rotoli. I vigili del fuoco sono dovuti intervenire per salvare un uomo rimasto bloccato all’interno della propria auto. Per fortuna l’uomo, un anziano residente della zona, è stato tratto in salvo. Gli uomini del 115 sono stati impegnati anche in via Monte San Calogero, nei pressi del ponte di via Belgio. Qui si è verificato un allagamento dell’intero piano terra di un palazzo al civico 29. Gli scantinati sono stati liberati dall’acqua e i residenti hanno potuto così far ritorno alle proprie abitazioni.
Strade come fiumi a Baida
Il maltempo non ha risparmiato le zone più critiche sotto il profilo idro-geologico. Problemi alla viabilità a Mondello, in particolare sull’asse di via Venere e sulle principali arterie più vicine alla spiaggia. Stessa sorta è toccata anche a via Messina Montagne, una delle arterie principali del quartiere Ciaculli di Palermo. La parallela al raccordo autostradale, così come già avvenuto tante volte in passato, si è presto riempita d’acqua, rendendo così difficile il passaggio dei mezzi. Situazione difficile anche a Baida, dove le strade si sono trasformate in dei veri e propri fiumi.
Ad immortalare il fatto alcune immagini raccolte dai residenti della zona. Fatto sul quale è intervenuto il capogruppo del M5S Antonino Randazzo. “Ad ottobre 2023 avevamo trasmesso una interrogazione alla amministrazione comunale per chiedere di riprendere un vecchio progetto o comunque di riattivare l’iter ricevendo come risposta che era in corso di definizione l’attività di collaborazione tecnico-scientifica con il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo, nell’ambito dell’Accordo Quadro Interistituzionale sottoscritto con l’Università. Chiederemo aggiornamenti. Tale opera è fondamentale per mettere in sicurezza Baida”.
Palermo e il piano contro gli allagamenti
Quello di ieri è solo l’ennesimo caso acuto che certifica un’emergenza per il capoluogo siciliano sotto il profilo idrogeologico. La città di Palermo è indietro da un punto di vista strutturale e nella prevenzione degli allagamenti. Un ritardo lungo decenni. Diversi sezioni dei vari collettori fognari sono ancora da completare. Fatto che rende più complesso lo smaltimento delle acque meteoriche. Mondello, da questo punto di vista, è un esempio lampante. La mancata funzionalità del Ferro di Cavallo e i problemi di capacità di tenuta del depuratore di Fondo Verde sono alla base dei vari allagamenti registrati negli ultimi anni.
Criticità a cui si aggiungono quelle derivate dalla mancata pulizia delle caditoie o dall’incapacità delle stesse di smaltire l’acqua derivata dalla precipitazioni (così come successo nel caso di Vergine Maria). C’è poi un problema a monte, in tutti i sensi. Ovvero la carenza di canali di gronda e di vasche di laminazione efficienti. Strutture fondamentali per evitare che ingenti quantitativi d’acqua si riversino dalle montagne verso i quartieri marinari, aumentandone così la sofferenza nei periodi di avverse condizioni metereologiche.
La strategia delle istituzioni
A tal proposito, il 7 agosto scorso si è tenuta una riunione fra il sindaco Roberto Lagalla e il il Subcommissario per la Depurazione in Sicilia, Toto Cordaro. In quell’occasione, il primo cittadino aveva trovato disponibilità per predisporre nel prossimo futuro interventi organici per contrastare gli effetti del maltempo in città. Opere che, dichiarò Lagalla, “valgono circa 60 milioni di euro, dei quali circa 48 assegnati nei mesi scorsi attraverso i Fondi di Sviluppo e coesione (Fsc), dopo l’accordo tra il presidente della Regione Siciliana Schifani e il Presidente del Consiglio Meloni, e 13 milioni già disponibili. Per i canali di gronda e le vasche di laminazione si aggiungono ulteriori 15 milioni e mezzo di risorse Fsc, assegnati al commissario per il Dissesto idrogeologico. Assolte, nei prossimi 18 mesi, le procedure di gara, è previsto che le opere vengano avviate nell’aprile del 2026 e che si possano concludere ad agosto 2028“.