Il vento del cambiamento soffia già in città o è solo l’ennesima illusione che si cela dietro l’angolo? Proprio sugli strascichi di questo emblematico quesito, in casa Palermo, sono durati poco, o praticamente nulla, i festeggiamenti per la vittoria contro il Modena. Un inizio 2025 al dir poco scoppiettante per gli uomini di Dionisi che, quasi come avvolti da una nuova aurea, sono tornati a calcare a testa alta il prato (non proprio verde) del Barbera. Un 2-0 voluto, cercato e meritato, ma soprattutto frutto di un lavoro di squadra, all’interno della quale le singole pedine con le caratteristiche tecniche più accentuate sono riuscite finalmente, dopo oltre venti turni del campionato cadetto, a incidere e a fare la differenza. Un segno incoraggiante per gli inguaribili romantici, ma, al contempo, un film già visto per chi, al contrario, fatica a vedere il bicchiere mezzo pieno. A sciogliere ogni perplessità potrà essere solo il match contro la Juve Stabia.
Sfogliando il libro dei ricordi, innumerevoli sono stati i momenti in cui il club rosanero si è ritrovato in delle vere e proprie montagne russe. Una mancata continuità in termini di risultati che, al giro di boa, si è concretizzata con un netto allontanamento dalla zona playoff e una prima fase di stagione nel totale anonimato. Resta emblematica, ad esempio, la stupefacente vittoria contro l’imbattuto Spezia dell’ex Soleri e l’immediatamente successivo auto-sgambetto a Carrara. Bocconi amari difficili da mandar giù e che lasciano certamente il segno.
Merito di una diversa consapevolezza, della virata tattica del tecnico toscano o dell’approdo del nuovo ds Osti, al termine dei novanta minuti contro i canarini, qualcosa che va al di là di una precisa causa lascia chiaramente presupporre il sopraggiungimento di un decisivo spartiacque. In ogni caso, nel bene o nel male, il campionato del Palermo prenderà una svolta, con la possibilità di agganciare proprio i campani a quota trenta in classifica o di gettar via ogni speranza e la rassegnazione di un’ennesima occasione sprecata.
Se è vero che l’unione del gruppo fa la differenza, una riconferma dovrà comunque arrivare da chi, dato ormai ai margini del progetto, contro gli emiliani ha imposto la propria autorevolezza: Gomes e Brunori. Sul francese le voci di un possibile addio non si sono placate ancora del tutto, ma la sua ultima prestazione lascia ben sperare per un futuro in maglia rosanero. Sul capitano il discorso appare totalmente diverso: il figliol prodigo è tornato (o probabilmente non era mai andato via). Le parole taglienti e al veleno dell’italo-brasiliano nel post partita non hanno lasciato spazio all’immaginazione, scagionando di ogni responsabilità mister Dionisi e puntando il dito contro la figura dell’ormai ex direttore sportivo De Sanctis.
La ritrovata serenità, elemento comune denominatore di tutta la compagine siciliana, va certamente accreditata ad Osti. Il neo ds ha dovuto sbracciarsi per condurre un duro taglia e cuci dietro le quinte, in uno spogliatoio all’interno del quale nubi nere sono aleggiate per mesi, e parallelamente avviare le trattative di mercato per completare il mazzo di carte nelle mani dell’allenatore. La prima metà del mercato è volata via senza l’introduzione di nuovi innesti, viste le energie riposte su altri fronti, e archiviata anche la Juve Stabia, il decollo della sessione invernale sarà quasi obbligatoria.
Si ritorna così proprio alle vespe. Neopromossa e squadra tra le più gradite sorprese di questa serie B, la macchina di Pagliuca è riuscita a ritagliarsi il suo spazio, sgomitando, con successo, tra le favorite ai nastri di partenza e insidiando le avversarie più ostiche. Proprio il Palermo lo sa molto bene, nonostante l’1-3 dell’andata, netto solo sulla carta, ma sudato e strappato con non poca fatica, anche grazie al definitivo sigillo di Brunori, capace di calare il tris appena sette minuti dopo il suo ingresso, alla soglia dell’ottantesimo, dagli undici metri. Un po’ uno scherzo del destino, considerando che fino a pochi giorni fa, quello siglato al Menti, era l’unica rete messa a segno dal capitano, in una stagione, che ad oggi, è possibile definire tutt’altro che rosea per lui.
Dietro l’angolo, però, non si celano solo possibili beffe e un barlume di speranza resta ancora accesso.