Il teatro Nuovo Montevergini, sotto l’egida dell’Assessorato alla Cultura del Comune e del Teatro Biondo, ospita il progetto #cittàlaboratorio – Teatro e idee in movimento, e così riapre le porte alla città.
Partendo simbolicamente dalla forte identità culturale generata da autori che hanno raccontato Palermo, #cittàlaboratorio intende valorizzare il patrimonio di scritture e, al contempo, tracciare una mappa della nuova creatività, coinvolgendo e sostenendo concretamente le energie artistiche, le commistioni culturali e stilistiche, i giovani artisti.
In occasione di Palermo Capitale dei Giovani 2017 e in vista di Palermo Capitale della Cultura 2018, #cittàlaboratorio avvia un laboratorio creativo, uno spazio aperto di discussione e di produzione.
“Con questo progetto il Nuovo Montevergini rientra nel circuito culturale della città – dice il direttore del Teatro Biondo, Roberto Alajmo –. Un obiettivo conseguito nel momento di massima espansione del teatro cittadino, per consentire a tutti gli operatori di guardare al futuro senza dimenticare le proprie radici culturali”.
“Già sede della Scuola dei Mestieri dello Spettacolo del Teatro Biondo diretta da Emma Dante, che ha portato grandi successi nazionali ed internazionale ai giovani allievi, con Città Laboratorio il Teatro Montevergini conferma la propria vocazione alla sperimentazione ed alla formazione all’arte teatrale, con particolare attenzione ad i giovani talenti del territorio – dichiarano il sindaco Leoluca Orlando e l’Assessore alla Cultura Andrea Cusumano –. L’inserimento nel copioso programma di una sezione dedicata ai drammaturghi della città, Gennaro, Licata, Perriera, Scaldati, collega la storia del teatro palermitano alle nuove generazioni ed anticipa in tal modo uno degli obiettivi fondanti il progetto di Capitale Italiana della Cultura“.
Il progetto è partito nei giorni scorsi con il laboratorio di teatro sensoriale “La poetica dello spazio, lo stupore, il rischio e la trasformazione” condotto da Gabriel Hernández e Pancho García, membri fondatori del Teatro de los Sentidos, al quale hanno preso parte venti giovani performer e che si è concluso con una presentazione al pubblico emozionante e partecipata.
Il 14 dicembre #cittàlaboratorio entrerà nel vivo affrontando il tema “La poetica della città attraverso lo spazio teatrale”, con la messa in scena di “Ai quattro punti del mondo, muovono arcangeli il vento ed i colori” (in scena fino al 16 dicembre), drammaturgia in quattro quadri dedicata all’opera di Vincenzo Consolo.
Un progetto teatrale di Alfio Scuderi con Filippo Luna, Stefania Blandeburgo, Gaia Insenga, Chiara Muscato, con la danzatrice Giovanna Velardi e le musiche eseguite dal vivo da Gianni Gebbia e Dario Sulis; le scene e le installazioni video sono di Enzo Venezia.
Ai quattro punti del mondo… è un percorso drammaturgico disegnato proprio negli spazi del Nuovo Montevergini, una creazione originale e inedita dedicata all’opera di Consolo, le cui parole risuoneranno nei diversi ambienti evocando una città che l’autore siciliano spesso ha raccontato.
Un racconto duro, emotivo, che traccia la storia drammatica di una città lacerata dalla guerra di mafia, divisa dalle sue stesse contraddizioni, travolta dalla politica degli anni neri. Tuttavia le parole di Consolo, adattate nel percorso teatrale dal regista, guideranno verso una fisiologica reazione, l’ideale catarsi di una città che si rialza e reagisce.
Il 17 dicembre, alle 18, la platea del Montevergini accoglierà una giornata di riflessione su “I drammaturghi di Palermo, dalla memoria al futuro“, curata da Guido Valdini, alla quale prenderanno parte Matteo Di Gesù, Roberto Giambrone, Salvatore Rizzo, Piero Violante, che parleranno di quattro autori esemplari: Nino Gennaro, Salvo Licata, Michele Perriera e Franco Scaldati.
A seguire, alle 21.15, andrà in scena la performance “Palermo d’autori: Gennaro/Licata/Perriera/Scaldati“; gli attori Serena Barone, Aurora Falcone, Costanza Licata, Salvo Piparo, Giuditta Perriera, Gianfranco Perriera, Massimo Verdastro ricorderanno i quattro autori palermitani, attraverso i loro testi, con le musiche di Salvatore Bonafede eseguite dal vivo, le luci e video curati da Michele Ambrose e la regia di Umberto Cantone.
Gli incontri, i laboratori, il premio e le performance hanno l’obiettivo di immaginare un archivio vivente del patrimonio drammaturgico palermitano, nella convinzione che l’essenza di Palermo è in primo luogo la propria lingua, che ha trovato nella forma teatro una delle sue più dinamiche espressioni.
Un progetto articolato, che intende avviare una ricognizione critica delle poetiche espresse da un gruppo di drammaturghi, che tale identità hanno contributo a far emergere e a diffondere, inaugurando tendenze e fondando metodi ispiratori delle più significative esperienze della nuova scena.
La loro eredità, assimilata, dibattuta, ripensata, è il punto di partenza per le nuove generazioni di scrittori e drammaturghi.